Primo giorno della settimana all’insegna degli acquisti moderati sui principali titoli del Ftse Italia Servizi Pubblici (+0,5%), dopo ben quattro sedute consecutive concluse con il segno meno. Il paniere delle azioni tricolori del settore utility e delle rinnovabili ha registrato ieri una performance giornaliera leggermente inferiore a quella del principale indice di piazza Affari, cioè il Ftse Mib (+0,6%), ma superiore a quella dello Stoxx Europe 600 Utilities.
A sostenere il Ftse Italia Servizi Pubblici anche la flessione dei rendimenti sui titoli di Stato italiani lungo tutto la curva favorita dalla decisione dell’agenzia di rating Standard & Poor’s di migliorare il rating sui governativi portoghesi, riportandoli a livello Investment grade.
Nel segmento delle Big Cap, un contributo decisivo al rialzo dell’indice settoriale in esame è arrivato da Enel (+0,9%), il titolo con la maggiore capitalizzazione sul listino milanese grazie a un valore di Borsa di 52,4 miliardi di euro. Nella giornata di ieri, OpenFiber – controllata pariteticamente insieme a Cassa Depositi e Prestiti – e WindTre hanno annunciato di voler allargare la collaborazione per lo sviluppo in Italia dei servizi di connettività in banda ultra larga nella modalità Fiber To The Home (FTTH). L’accordo, già attivo nelle prime 13 città con infrastruttura in fibra ottica del gruppo guidato da Tommaso Pompei, si estende così a ulteriori 258 città italiane comprese nei cosiddetti cluster A e B, ossia le aree nelle quali vive il 60% della popolazione italiana. La partnership, che sarà valida fino al 2024, favorisce la progressiva migrazione sulla rete OpenFiber dei clienti di WindTre sul fisso.
Giornata all’insegna della lettera per A2A (-1,6%) in assenza di notizie societarie significative. Sembra, quindi, che i titoli della multi-utility lombarda siano stata colpiti da prese di beneficio dopo ben due ottave consecutive in cui hanno registrato la migliore performance settimanale nell’ambito delle Big Cap.
Nell’ambito delle azioni delle società a media capitalizzazione, cioè le Mid Cap, in evidenza nella giornata di ieri Hera (+1,4%) e Acea (+1,2%) mentre proseguono le vendite su Iren (-1,8%). Con la flessione di ieri, salgono a cinque le sedute consecutive concluse in rosso. A pesare sulle quotazioni dei titoli del gruppo guidato da Massimiliano Bianco la decisione presa giovedì dalla giunta di Torino e da quella di Genova di procedere alla vendita del 5,5% del capitale ordinario di Iren detenuto da Finanziaria Sviluppo Utilities (FSU) non sottoposto ai vincoli del patto sindacale stabilito nel maggio del 2016. Nei prossimi giorni è previsto il passaggio del provvedimento nelle aule dei rispettivi consigli comunali per il sì definitivo. Ricordiamo che FSU è controllata pariteticamente dal Comune di Torino e dal Comune di Genova e detiene il 35,96% del capitale ordinario della multi-utility quotata.
Tra le Small Cap, sono tornati gli acquisti su Acsm-Agam (+2,5%) dopo ben due sedute consecutive in flessione mentre prevale la lettera su TerniEnergia (-1,8%) dopo che venerdì il Consiglio di amministrazione del gruppo umbro ha approvato a maggioranza la sfiducia nei confronti dell’Ad Piero Manzoni. Lo stesso organo esecutivo di TerniEnergia ha preso atto delle dimissioni rassegnate dallo stesso Manzoni, e ha contestato in toto le motivazioni poste dall’Ad a fondamento delle proprie dimissioni. Il Consiglio di amministrazione del gruppo umbro non ritiene che sussistano i presupposti per il riconoscimento di alcuna indennità in favore dello stesso. Il Cda di TerniEnergia ha inoltre riconfermato le deleghe già conferite ai consiglieri Fabrizio Venturi e Laura Bizzarri, nonché al Presidente dello stesso organo, nonché fondatore, Stefano Neri, al fine di assicurare la stabilità e la continuità della governance del gruppo quotato.