Chiusura perlopiù positiva per le borse del Vecchio Continente, nella seduta successiva alla riunione della Fed. Il Ftse Mib archivia le contrattazioni in rialzo dello 0,6% a 22.491 punti, spinto soprattutto dai bancari e da Ynap. Ben intonati anche il Dax di Francoforte (+0,2%) e il Cac 40 di Parigi (+0,5%), mentre il Ftse 100 di Londra (-0,1%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,1%) terminano sostanzialmente invariati. Deboli i listini americani, tra cui il Nasdaq (-0,3%) condizionato ancora negativamente da Apple.
Sul Forex il dollaro consolida le posizioni guadagnate ieri, dopo che la banca centrale americana ha confermato un rialzo dei tassi di interesse a dicembre e altri tre interventi nel corso del 2018, annunciando nel contempo l’avvio a ottobre della riduzione degli asset in bilancio per 10 miliardi di dollari al mese.
L’euro/dollaro scambia a 1,194 mentre il dollaro/yen viaggia a 112,3, in scia alle disposizioni della Fed e della Bank of Japan, che ha deciso invece di mantenere invariata la propria politica monetaria ultraespansiva.
Il rafforzamento del biglietto verde ha penalizzato l’oro, tornato in area 1.290 dollari l’oncia, mentre il petrolio consolida i guadagni della seduta precedente, con il Wti e Brent rispettivamente a 50,6 e a 56,2 dollari al barile, in vista del vertice di domani tra Opec e altri Paesi produttori, tra cui la Russia.
Sul fronte macro, si segnala il miglioramento a settembre dell’indice di fiducia dei consumatori dell’Eurozona. Segnali positivi anche dal Leading Index americano di agosto, sopra le attese e in crescita dello 0,4 per cento.
Vendite sull’obbligazionario europeo, con il rendimento del decennale italiano in rialzo al 2,10% e lo spread Btp-Bund in area 164 punti base.
A Piazza Affari gli acquisti premiano soprattutto YNAP (+4,2%) e i bancari, in particolare UBI (+4,4%) e UNICREDIT (+2%), quest’ultima sotto i riflettori per la possibile fusione con Commerzbank. Ben comprate anche MEDIOBANCA (+1,5%) e INTESA (+1,3%), che ha ottenuto il via libera della Bce per il piano di smaltimento dei crediti deteriorati basato su una gestione interna da parte dell’istituto.
Ancora in evidenza BUZZI (+2,1%), dopo il balzo di ieri in seguito all’operazione tra Cementir e HeidelbergCement. Di oggi anche la notizia che l’irlandese CRH ha acquisito l’americana Ash Grove Cement Company per 3,5 miliardi, presente proprio in Texas dove opera Buzzi. Infine, Equita ha alzato la raccomandazione a ‘buy’ e Banca Akros confermato il giudizio ad ‘accumulate’ con target price a 27 euro.
In fondo al Ftse Mib scivolano LUXOTTICA (-1%) e TENARIS (-1,3%). Secondo Morgan Stanley, i risultati societari del terzo e quarto trimestre del leader dei tubi d’acciaio per trivellazioni potrebbero risentire anche dei ritardi delle operazioni in Texas, dopo l’uragano Harvey.
Nuovamente debole, infine, ATLANTIA (-0,6%) mentre Acs continua a lavorare su un’offerta per Abertis alternativa a quella del Gruppo italiano.