Nella seduta di metà ottava il Ftse Italia Servizi Pubblici ha concluso sostanzialmente invariato (-0,2%) e praticamente in linea con l’indice principale di piazza Affari, cioè il Ftse Mib (-0,3%). A condizionare l’andamento di ieri della Borsa milanese e degli altri listini europei l’attesa per l’esito della riunione della Federal Reserve statunitense.
La migliore performance giornaliera portata a casa ieri dallo Stoxx Europe 600 Utilities (+0,3%) è riconducibile alle indiscrezioni, poi confermate, di una trattativa avanzata tra la finlandese Fortum (+4,2%) e la tedesca E.On (+2,8%) per rilevare da quest’ultima il 46,7% di Uniper (5,9%). Il gruppo guidato da Pekka Lundmark ha anche aggiunto che una volta raggiunto l’accordo con il colosso di Essen (previsto non prima della fine del 2017) lancerà un’offerta al prezzo di 22 euro per azione sull’intero capitale. In pratica, il gruppo guidato da Pekka Lundmark staccherà un assegno da 8,05 miliardi di euro per rilevare il 100% di Uniper.
Tornando al paniere dei titoli italiani del settore utility e delle rinnovabili, nel segmento delle Big Cap prosegue a piccoli passi il rialzo di Snam (+0,6%) che con ieri ha portato a casa ben quattro rialzi consecutivi. Debole, invece, Italgas (-0,8%) che ha registrato la peggiore performance giornaliera tra i titoli della società a maggiore capitalizzazione.
Nell’ambito delle Mid Cap sono riprese le vendite su Iren (-1,1%). Sulle azioni del gruppo guidato da Massimiliano Bianco pesa il rischio overhang legato alla prossima cessione sul mercato del 5,5% di Finanziaria Sviluppo Utilities (FSU) che non sono state sottoposte ai vincoli del patto sindacale, stipulato nel maggio del 2016. Nei prossimi giorni è previsto il passaggio del provvedimento nelle aule dei rispettivi consigli comunali per il sì definitivo. Ricordiamo che FSU è controllata pariteticamente dal Comune di Torino e dal Comune di Genova e detiene il 35,96% del capitale ordinario della multi-utility quotata.
Tra le Small Cap, in evidenza nella giornata di ieri ErgyCapital (+3,2%) e Acsm-Agam (+2,9%). Denaro anche su TerniEnergia (+1,1%) dopo ben quattro sedute consecutive concluse con una variazione negativa delle quotazioni. Ricordiamo che nella giornata di venerdì, il Consiglio di amministrazione di Terni Energia aveva sfiduciato l’amministratore delegato Piero Manzoni, al quale non sarà riconosciuta alcuna indennità. Alla base della decisione dell’organo esecutivo del gruppo umbro “insanabile divergenza di vedute” in merito “alla visione strategica, al posizionamento prospettico nonché alla gestione amministrativa ed organizzativa del gruppo quotato”. Tra i motivi di contrasto anche la decisione d’inizio agosto relativa alla riduzione dell’organico, circa 66 dipendenti della sede di Nera Montoro, con il presidente Neri che è disponibile a “soluzioni meno impattanti” sul fronte dei licenziamenti.