Chiusura poco mossa per i listini del Vecchio Continente, con l’eccezione del Ftse 100 di Londra in rialzo dello 0,6% in scia alla svalutazione della sterlina. Il Ftse Mib archivia le contrattazioni a +0,2% (22.530 punti), con Fca a +3,9%, realizzando nell’ottava un rialzo dell’1,4 per cento. Sostanzialmente flat nella giornata odierna il Dax di Francoforte (-0,1%) e l’Ibex 35 di Madrid (invariato). Il Cac 40 di Parigi termina a +0,3%, mentre Oltreoceano i principali listini americani scambiano in flessione dello 0,1 per cento.
La seduta è stata poco movimentata, sia per mancanza di spunti rilevanti sia per la cautela innescata dall’ennesima provocazione di Pyongyang, che ha minacciato di testare una bomba all’idrogeno nel Pacifico.
In mattinata l’agenda macro ha fornito indicazioni positive, con i dati preliminari di settembre sull’attività manifatturiera e terziaria europea prevalentemente oltre le attese. In chiaroscuro invece gli stessi indicatori negli Stati Uniti, dove l’indice manifatturiero è risultato in linea con le stime a 53 punti e quello dei servizi in calo rispetto ad agosto.
Sul Forex il cambio euro/dollaro si attesta a 1,197, mentre quello con lo yen resta in area 112, con la moneta giapponese agevolata dal suo status di valuta rifugio. In calo la sterlina, dopo il discorso di Theresa May a Firenze in cui il premier ha stimato un periodo di transizione di due anni e ha ribadito il rispetto degli impegni contratti durante la presenza nell’Unione Europea.
In recupero l’oro che torna a 1.296 dollari l’oncia. Sempre tra le commodities resta ben intonato il petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 50,6 e a 56,7 dollari al barile. Scarsi movimenti sull’obbligazionario, con il rendimento del Btp decennale al 2,1% e lo spread dal Bund a 165 punti base.
A Piazza Affari gli acquisti premiano soprattutto FCA (+3,9%) sostenuta da ipotesi speculative, BPER (+2,1%), RECORDATI (+1,4%) e TENARIS (+1,3%), che ha invertito la rotta dopo le vendite della mattinata nel giorno dell’Investor day a Londra.
Tra i bancari chiude sulla parità UNICREDIT (-0,1%), che ha approvato le modifiche alla governance e ha registrato il balzo delle azioni di risparmio dopo la conversione obbligatoria a condizioni favorevoli deliberata ieri dal cda.
Sottotono SNAM (-1,1%) tra le utilities, penalizzata dal downgrade di Citigroup da ‘neutral’ a ‘sell’ con target price ridotto da 4,1 euro a 3,8 euro. Realizzi su BUZZI (-1,6%) e YNAP (-2,7%) dopo i rialzi delle scorse sedute.
Fuori dal paniere principale, in luce FINCANTIERI (+4,6%) che vedrebbe avvicinarsi l’accordo civile sul dossier Stx France, con i francesi pronti a lasciare la maggioranza al Gruppo italiano. Slitta invece l’accordo militare.