Chiusura debole per i listini del Vecchio Continente, penalizzati in parte dall’avvio negativo di Wall Street. Il Ftse Mib archivia le contrattazioni in ribasso dello 0,6% a 22.389 punti, con Saipem in evidenza a +5,3 per cento. Lievi flessioni per il Cac 40 di Parigi (-0,3%) e il Ftse 100 di Londra (-0,1%), mentre l’Ibex 35 di Madrid lascia sul campo lo 0,9% condizionato dalle tensioni legate al referendum del primo ottobre per l’indipendenza della Catalogna.
Invariato il Dax di Francoforte, all’indomani delle elezioni in Germania che hanno visto la riconferma di Angela Merkel, seppure con un vantaggio ridotto che renderà necessaria la formazione di un governo di coalizione con verdi e liberali. Oltreoceano il Dow Jones e lo S&P 500 cedono lo 0,3% mentre il Nasdaq arretra dello 0,9% zavorrato dall’ennesima giornata in rosso di Apple (-1,5%), che trascina al ribasso anche Intel, Microsoft e altri big Hitech.
Nessuno spunto degno di nota dall’intervento del presidente della Bce, Mario Draghi, davanti alla commissione Affari economici e monetari del Parlamento Europeo, mentre domani il numero uno della Fed, Janet Yellen, terrà un discorso durante il vertice annuale della National Association for Business Economics.
Il risultato delle urne tedesche, che hanno sancito anche l’ascesa dell’estrema destra come terza forza politica del Paese, ha sollevato qualche dubbio sulla stabilità politica della prima economia europea, penalizzando l’euro sceso a quota 1,185 dollari.
Sulla moneta unica hanno pesato in parte anche le indicazioni giunte in mattinata dall’indice Ifo, che ha segnalato un calo della fiducia delle aziende tedesche a settembre. In rialzo lo yen (USD/JPY a quota 111,6), nel giorno in cui il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha annunciato le elezioni anticipate e un pacchetto di stimoli da 17,8 miliardi di dollari.
Tra le materie prime avanza il petrolio, sui massimi di sette mesi dopo le indicazioni positive giunte dai Paesi produttori sul riequilibrio del mercato globale. Wti e Brent guadagnano circa due punti percentuali, rispettivamente a 51,7 e a 58,3 dollari al barile.
Sull’obbligazionario lo spread Btp-Bund cresce a 170 punti base, con il rendimento del decennale italiano in lieve rialzo al 2,09 per cento.
A Piazza Affari gli acquisti premiano i petroliferi SAIPEM (+5,3%) ed ENI (+1,2%) in scia alla buona performance del greggio. Ben intonate anche RECORDATI (+1,6%) e FERRAGAMO (+1,2%), oltre a MEDIASET (+0,8%) in attesa dei conti di domani.
Dall’altra parte del listino scivola STM (-3,9%). Negativi i bancari, con BANCO BPM a -2,4%, BPER a -2,2% e UNICREDIT a -1,4%, dopo che il vicepresidente Vincenzo Calandra Buonaura ha definito una “bufala” l’ipotesi di aggregazione con la tedesca Commerzbank.
Debole ATLANTIA (-1,1%), che continua a soffrire la possibile controferta di Acs per Abertis. Poco mossa TELECOM ITALIA (-0,4%), mentre è stata rinviata a domani la riunione del comitato interministeriale per decidere se esercitare il golden power contro Vivendi.
Fuori dal paniere principale bene ancora FINCANTIERI (+3,5%), che costruirà una nave di prossima generazione per Cunard.