Il Ftse Italia Banche apre la settimana in calo (-1,1%) e allineato all’indice europeo (-1,3%), contenendo anche il Ftse Mib (-0,6%). I mercati sono rimasti sostanzialmente indifferenti all’esito del voto in Germania, che ha visto la quarta affermazione di Angela Merkel, perdendo però molti consensi.
Sull’indice bancario pesano le prese di profitto dopo il rialzo di quasi il 2% riportato nella settimana precedente.
Su Ubi (-1,4%) scattano parziali realizzi dopo il balzo di oltre il 5% della scorsa ottava. La banca lombarda continua comunque a essere considerata tra le migliori nel panorama italiano, come dimostrato dal successo nel collocamento di un bond garantito da 1,25 miliardi, ricevendo ordini per quasi 2 miliardi.
Le prese di beneficio impattano anche su Bper (-2,2%), tra le migliori dell’ultima settimana, mentre Intesa (-0,5%) regge meglio grazie anche all’avvicinarsi del target di 50 miliardi di erogazioni per l’anno in corso, già coperto per il 70% nel periodo gennaio-luglio.
Realizzi anche su Mediobanca (-0,8%) che lo scorso venerdì ha tenuto l’assemblea del patto di sindacato controlla quasi il 31% del capitale, ma che scenderà sotto il 30% dopo la disdetta di Pirelli. Nell’occasione, è stata stilata la lista dei 15 membri del cda da sottoporre all’assemblea degli azionisti del prossimo 28 ottobre.
Prese di profitto anche su Banco Bpm (-2,4%) su cui tuttavia resta vivo l’interesse del mercato, come testimoniato dalla cinquantina di manifestazioni di interesse ricevute per i 2 miliardi di npl messi in vendita.
In rosso anche Unicredit (-1,4%) che ha visto sgonfiarsi l’ipotesi di un merger con la tedesca Commerzbank, definita una bufala dal vice presidente Vincenzo Calandra Buonaura.
Nel Mid Cap lieve ribasso per Popolare Sondrio (-0,4%) mentre Credem (+0,9%) riesce a terminare in territorio positivo.
Tra le Small Cap frazionale rialzo per Carige (+0,4%) che starebbe pensando di rivolgere l’offerta di scambio all’intera platea dei possessori di bond, il cui controvalore complessivo è pari a 510 milioni.