“Un piano industriale molto articolato basato su tre direttrici di sviluppo e una forte spinta all’innovazione tecnologica che punterà all’industria 4.0 e all’incremento della gamma prodotti per allargare la presenza sui mercati internazionali”.
È questa la carta d’identità di Neodecortech emessa da KT&Partners, che sottolinea come “Il gruppo bergamasco sia leader italiano nel settore dell’interior design attraverso la produzione della carta decor, delle carte decorative destinate al mondo del mobile e dei pavimenti in laminato. Realtà il cui programma d’investimenti prevede oltre 35 milioni da spalmare fra il 2017 ed il 2020”.
L’azienda è sbarcata in borsa nel segmento AIM, martedì, con uno scatto iniziale di oltre il 7% rispetto ai 4 del collocamento ed il suo business si sviluppa intorno a tre fulcri fondamentali.
Lo studio di KT &Partners esprime poi un giudizio positivo, sottolineando la crescita superiore al 7% del reddito netto di 7,1 milioni del gruppo al 2018 (+5,3 nel 2017) ed un aumento del fatturato dai 116 attuali ai 137 milioni previsti per il 2018.Obiettivi facilitati dall’esecuzione delle tre priorità a cui saranno destinati gli oltre 12 milioni provenienti dall’aumento di capitale, realizzato nell’ambito dell’offerta al pubblico finalizzata alla quotazione.
Incremento degli investimenti nelle nuove tecnologie per la stampa digitale e nel parco macchine, per allargare la capacità di offerta, con impieghi per circa 20 milioni di euro. Un piano di espansione sui mercati internazionali, soprattutto Germania, Europa dell’Est e Stati Uniti mediante un investimento di circa 15 milioni. E poi continui investimenti nella ricerca e nella diversificazione dell’offerta attraverso l’incremento della gamma e sviluppo di nuovi segmenti difendibili e ad alta profittabilità.
KT&Partners sottolinea poi l’atteso incremento delle quote di mercato da perseguire anche attraverso operazioni di M&A, volte a rafforzare la posizione verso clienti di fascia alta nel mercato della carta decor, aumentandone la fidelizzazione.
C’è poi il tema dell’eccellenza operativa attraverso un approccio “lean” e di sviluppo nell’industria 4.0.
Nello studio, propedeutico alla quotazione, si giunge infine a una valutazione compresa tra 53 e 58 milioni tramite la metodologia della “somma delle parti” tenuto conto del fatto che il gruppo non è completamente “captive” e considerato che la maggior parte dell’energia cogenerata viene venduta alla rete. Nello specifico, il core business è stato apprezzato sulla base dei multipli di settore e non con la logica del DCF (discount cash flow) che non sarebbe stato in grado di riflettere correttamente la strategia di sviluppo futuro.