Chiusura in rialzo per i principali indici del Vecchio Continente, con il Ftse Mib di Milano in progresso dello 0,5% a 22.696 punti. Ben intonati anche il Dax di Francoforte (+1%), il Ftse 100 di Londra (+0,7%), il Cac 40 di Parigi (+0,7%), oltre all’Ibex 35 di Madrid (+0,3%) in attesa di maggiore chiarezza sulla questione del referendum catalano in programma domenica.
Per i listini europei si tratta del migliore mese del 2017, mentre nel terzo trimestre dell’anno Milano ha messo a segno la migliore performance fra le piazze continentali, con il Ftse Mib in rialzo del 9,6 per cento. Piazza Affari in vetta anche da inizio anno, con l’indice principale in progresso del 18 per cento.
Sul Forex il cambio euro/dollaro torna sopra quota 1,18, ma il biglietto verde si avvia a chiudere la miglior settimana del 2017, sostenuto prima dalle parole della Yellen su un probabile rialzo dei tassi di interesse a dicembre e poi dalla proposta di riforma fiscale presentata dall’amministrazione Trump. Scende dai minimi di giornata la sterlina, con il GBP/USD a 1,34, dopo che il governatore della Boe Mark Carney aveva messo sotto pressione la valuta britannica, dichiarando che il rialzo dei tassi potrebbe giungere relativamente presto.
Particolarmente fitta l’agenda macroeconomica odierna, osservata con attenzione dalla Bce in vista delle discussioni sull’avvio del tapering. Spicca il dato sorprendentemente positivo sul mercato del lavoro in Germania (-23 mila disoccupati e tasso in calo al 5,6%). Lievemente sotto le attese l’indice dei prezzi al consumo dell’Eurozona (+1,5% a/a, +1,1% il dato core), così come la rilevazione finale sul Pil del Regno Unito (+1,5% a/a a fronte dell’1,7% stimato). Sottotono anche i dati sull’inflazione in Italia mentre le statistiche statunitensi su spese e reddito personali di agosto hanno confermato le attese, rallentando lievemente il ritmo di crescita rispetto al mese precedente.
Scarsi movimenti tra le materie prime, con l’oro in flessione a 1.284 dollari l’oncia e le quotazioni del petrolio sostanzialmente stabili a 51,4 (Wti) e a 57,4 (Brent) dollari al barile. In lieve discesa i rendimenti obbligazionari, con il tasso sul Btp decennale al 2,1% e lo spread dal Bund a 164 punti base.
Tornando a Piazza Affari gli acquisti premiano soprattutto BANCA GENERALI (+3,1%), FCA (+2,1%) e GENERALI (+1,6%). Tra le utilities avanza TERNA a +1,4% dopo le vendite dell’ultima seduta sul comparto. Tra le banche sale UBI (+1,4%) mentre chiude invariata BANCO BPM (+0,1%) che ha riacquistato la quota del 50%+1 azione in Avipop Assicurazioni, detenuta dal Gruppo inglese Aviva attraverso la propria holding italiana. Il prezzo è stato fissato in 252,2 milioni.
Chiude in rosso TELECOM ITALIA (-0,7%), dopo l’avvio di un iter sanzionatorio da parte del Governo per la mancata notifica del cambio di controllo. Intanto, il cda ha nominato Amos Genish come successore di Cattaneo nel ruolo di Ad. In fondo al listino principale scivolano CAMPARI (-1,4%), RECORDATI (-1%) e FERRAGAMO (-0,9%).