Terminata la fase politica per il raggiungimento di un accordo di reciproca soddisfazione, il mercato focalizza l’attenzione sul tema industriale e i vantaggi di un’aggregazione che ha dato vita al primo gruppo cantieristico al mondo per diversificazione e innovazione.
In assenza di nuovi spunti, quindi, le quotazioni flettono e si riportano sotto il livello psicologico di 1 euro, a 0,984 in chiusura, che rappresenta pur sempre una performance del 108% dai minimi di gennaio, ma anche un -16% dal massimo della vigilia dell’annuncio dell’accordo.
Come ha ribadito sabato il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, puntualizzando la validità dell’accordo raggiunto con l’Eliseo, “Fincantieri ha ottenuto la disponibilità piena sia per quanto riguarda i diritti di voto sia per quanto riguarda i dividendi”. In termini di governance, poi, gli italiani potranno contare sulla nomina sia dell’amministratore delegato che del presidente, il quale disporrà di un voto preponderante in caso di parità (il cosiddetto casting vote), sebbene resti l’ombra del diritto di veto francese.
Ciò che il mercato si attende adesso è capire come evolverà lo sviluppo della collaborazione con Naval Group nel settore della difesa, che vede peraltro interessata anche Leonardo, in considerazione dell’ampio orizzonte temporale stabilito per la definizione della road-map. E’ quindi possibile attendersi che, dopo aver tenuto banco negli ultimi giorni, il titolo Fincantieri cominci una fase di consolidamento in attesa del 9 novembre, data in cui sarà approvata la relazione del terzo trimestre.