Nella settimana in cui il principale indice di piazza Affari, cioè il Ftse Mib, è riuscito a portare a casa un rialzo dello 0,7%, conquistando i nuovi massimi dell’anno, il Ftse Italia Servizi Pubblici è rimasto nuovamente indietro. Il paniere dei titoli tricolori del comparto utility e delle rinnovabili ha, infatti, lasciato sul terreno lo 0,2%, registrando così una performance settimanale anche peggiore rispetto a quello dello Stoxx Europe 600 Utilities che ha registrato un saldo invariato.
Tra le possibili cause del debole andamento, soprattutto in termini relativi, del Ftse Italia Servizi Pubblici nelle ultime due ottava la rotazione settoriale a favore dei finanziari alla luce delle aspettative di un prossimo rialzo dei tassi d’interesse, soprattutto negli Stati Uniti. Basti pensare che sul mercato dei governativi, i rendimenti sui titoli di Stato Italiani sono tornati sui livelli di fine luglio, con lo yield sul decennale che ormai da giorni staziona sopra il 2 per cento.
All’interno dell’indice italiano del comparto utility e delle rinnovabili, le Big Cap non hanno registrato variazioni settimanali di rilievo con la sola Italgas (+0,6%) che ha concluso le contrattazioni dell’ultima seduta del mese di settembre su livelli superiori a quelli della chiusura di venerdì 22 settembre. Il gruppo leader in Italia nella distribuzione del gas è impegnato nella gara per rilevare dalla spagnola Gas Natural, con 2i Rete Gas che è l’altro operatore che ha presentato per gli stessi asset un’offerta vincolante.
Sostanzialmente invariate le quotazioni di Enel (-0,1%) nell’ultima settimana, nonostante giovedì la centrale di Cerano, in provincia di Brindisi, è stata posta sotto sequestro, con parziale facoltà d’uso, dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Lecce per un presunto traffico illecito di rifiuti e attività di gestione di rifiuti non autorizzata. Al colosso elettrico italiano sono stati sequestrati anche 500 milioni con l’ipotesi di ingiusto profitto. Una nota del gruppo guidato da Francesco Starace ha precisato che i provvedimenti dei magistrati riguardano l’uso delle ceneri nell’ambito di processi produttivi secondari, confidando anche che nel corso delle indagini potrà essere dimostrata la correttezza dei propri processi produttivi e prestando ogni utile collaborazione alle autorità inquirenti.
Saldo settimanale leggermente negativo per A2A (-0,2%) nei giorni in cui sono arrivate due notizie importanti per la principale multi-utility lombarda quotata. Nella mattinata di venerdì i vertici di A2A hanno ricevuto la decisione del Tribunale Superiore di Podgorica relativamente alla propria impugnazione del provvedimento di sequestro cautelare della partecipazione azionaria del 41,78% in EPCG emesso lo scorso 6 luglio. La Corte ha annullato integralmente il provvedimento di sequestro relativo al noto procedimento riguardante i servizi infragruppo resi da A2A alla medesima EPCG tra il 2010 e il 2012. Sembra, quindi, che il gruppo guidato da Luca Valerio Camerano possa procedere, senza ostacoli, all’esercizio dell’opzione put sulla sua quota in EPCG con l’obiettivo di esigere il completamento delle obbligazioni che sono previste dagli accordi che prevedono un corrispettivo di 250 milioni, pagabili in sette rate annuali a partire dal primo maggio 2018. Sempre venerdì Acsm-Agam (+8,7%), Aspem, Lario Reti Holding, AEVV e A2A hanno comunicato che, con riferimento al percorso di partnership industriale e societaria il cui studio è stato formalizzato in una Lettera d’intenti non vincolante con scadenza 1 ottobre 2017, le analisi di fattibilità dell’operazione hanno portato i vertici di queste realtà a confermare l’interesse a proseguire le attività. Le Società ritengono opportuno prolungare la validità ed efficacia della Lettera d’intenti fino al 31 dicembre 2017.
Nel segmento delle Mid Cap, torna il denaro su Acea (+1,5%) e su Iren (+1,4%), con quest’ultima che martedì ha comunicato che il Consiglio di amministrazione ha deliberato il rinnovo del programma di emissioni di prestiti obbligazionari non convertibili denominato Euro medium term notes. Nel dettaglio, si tratta di un programma che è stato adottato dal gruppo guidato da Massimiliano Bianco nell’ottobre del 2015 ed è stato già rinnovato lo scorso anno, incrementando con la delibera di ieri l’importo massimo delle obbligazioni emettibili, anche sotto forma di Green Bond, a complessivi 2 miliardi.
Ottava all’insegna della lettera per Ascopiave (-1%) che lunedì ha comunicato lo stop concordato al percorso di aggregazione con il gruppo non quotato Aeb-Gelsia relativamente alle proprie attività di vendita e di distribuzione di gas ed energia nel territorio lombardo.
Tra i titoli delle società a bassa capitalizzazione, cioè le Small Cap, settimana da incorniciare per Falck Renewables (+10,9%), le cui quotazioni hanno toccato i nuovi record del 2017, tornando sui livelli del febbraio del 2011. Gli investitori stanno premiando la strategia di crescita esterna al di fuori dei confini italiani. Ricordiamo che lunedì è stata annunciata l’acquisizione di 115 MW di capacità eolica in Svezia, e l’ingresso nel settore statunitense del fotovoltaico con l’acquisto del 99% delle quote del progetto Canadian Solar IS-42 per una capacità di 92MW.
Denaro anche su Alerion Clean Power (+4,2%) sulla scia della decisione dell’azionista Fri-El Green Power di annunciare un’Opa totalitaria e incondizionata su tutte le azioni del gruppo quotato, a un corrispettivo unitario in contanti pari a 3 euro.
Ottava da dimenticare, invece, per TerniEnergia (-10,2%), penalizzata da una semestrale che ha mostrato un peggioramento tendenziale dei risultati operativi, anche se l’indebitamento finanziario netto al 30 giugno del 2017 è diminuito del 6,8% rispetto a fine 2016. Piazza Affari non sembra poi aver digerito adeguatamente il nuovo Piano strategico relativo al 2018-2020, in cui si punta a un aumento esponenziale del contributo delle attività di servizio, compreso il rilancio del trading energetico, che assicureranno al 2020 oltre il 90% del totale dei ricavi, con target di ricavi consolidati al 2020 pari a 226 milioni, e oltre il 75% dell’Ebitda del prossimo triennio, con target di Ebitda al 2020 di circa 35 milioni. L’obiettivo di crescita del margine operativo lordo sarà supportato dalla qualità del portafoglio clienti e dal conseguente aumento del fatturato mentre l’obiettivo al 2020 in termini di Ebit è di circa 26 milioni. Le attività si concentreranno in settori emergenti e ad alte prospettive di crescita grazie alla trasformazione digitale e alla domanda di tecnologie dedicate.