Chiusura poco mossa per i listini del Vecchio Continente, orfani del Dax di Francoforte per la festività della Riunificazione tedesca. Il Ftse Mib risulta uno dei peggiori indici, chiudendo in flessione dello 0,1% a 22.785 punti con Ferragamo a -3,3% e Atlantia a +1,9 per cento. Variazioni contenute anche per il Ftse 100 di Londra (+0,4%), il Cac 40 di Parigi (+0,3%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,1%).
Contrastati i listini americani, reduci dai record della seduta precedente, con il solo Dow Jones in avanzamento dello 0,3 per cento.
Sul mercato delle valute l’euro risale a 1,176 dollari, dopo aver toccato in mattinata quota 1,17 penalizzato in parte dalle tensioni legate all’indipendenza della Catalogna. Il biglietto verde continua invece a beneficiare dei dati positivi di ieri sull’attività manifatturiera statunitense, in attesa di quelli dei prossimi giorni sul mercato del lavoro.
Arretra lievemente la sterlina (GBP/USD a 1,325) dopo che l’attività edilizia ha registrato una contrazione a settembre con il relativo indice a 48,1 punti. Inoltre, il Parlamento Europeo ha stabilito che a oggi non sussistono progressi tali da poter aprire la seconda fase di trattative per la Brexit.
Tra le materie prime risalgono le quotazioni dell’oro (in area 1.274 dollari l’oncia) mentre restano stabili quelle del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 50,5 e a 56,1 dollari al barile, dopo il ribasso di ieri per i timori di un disaccordo tra i membri dell’Opec sull’estensione dei tagli alla produzione.
Sull’obbligazionario, infine, il rendimento del decennale italiano si attesta al 2,16%, separato da uno spread di 170 punti base con l’omologo tedesco.
A Piazza Affari gli acquisti premiano ATLANTIA (+1,6%) grazie all’ottimismo per il buon esito dell’opas su Abertis, giustificato dalle dichiarazioni dell’Ad Castellucci e del ministro dell’Economia e dell’Industria spagnolo, Luis de Guindos, che ha garantito la neutralità del governo spagnolo sulla questione.
Positiva anche YNAP (+1,4%), dopo la revisione al rialzo del target price da 33 euro a 40 euro da parte di Jefferies. Ben intonate pure MONCLER (+1,3%), SAIPEM (+1,2%) ed EXOR (+1%).
Chiudono perlopiù in negativo le banche e le utilities, in particolare ENEL (-1,2%), che intanto sta procedendo al lancio di bond senior unsecured in dollari a tasso fisso su tre diverse scadenze, per un importo benchmark.
Termina in fondo al listino principale FERRAGAMO (-3,3%), penalizzata dal downgrade di Exane Bnp Paribas che ha tagliato la raccomandazione da ‘outperform’ a ‘neutral’ e il target price da 27,3 euro a 24 euro.
In leggera flessione, infine, FCA (-0,3%), che a settembre ha fatto segnare un calo del 10% delle immatricolazioni in Usa, meno del 13% stimato. Le vendite retail (84% del totale) sono cresciute dello 0,3%, mentre quelle alle flotte (16% del totale), in linea con la strategia della società di ridurre il segmento rental, sono scese del 41 per cento.