Chiusura a due velocità per i listini del Vecchio Continente. Il Dax di Francoforte (+0,5%), il Ftse 100 di Londra (invariato) e il Cac 40 di Parigi (-0,1%) archiviano le contrattazioni poco mossi. Il Ftse Mib di Milano (-1,4% a 22.456 punti) e l’Ibex 35 di Madrid (-3%) invece terminano in coda, penalizzati dalle vendite sul comparto bancario.
Sul settore creditizio italiano pesa soprattutto la stretta sugli npl allo studio della Bce, che dovrebbe proporre un meccanismo automatico degli accantonamenti per i nuovi flussi di sofferenze, togliendo discrezionalità alle banche nella valutazione dei crediti deteriorati. Gli istituti iberici, invece, scontano le tensioni legate all’indipendenza della regione catalana.
Seduta fin qui tranquilla, invece, per i listini americani, in attesa dell’intervento di stasera del presidente della Fed, Janet Yellen, che sarà preceduto da quello della Bce, Mario Draghi.
Sul fronte macro, sono stati diffusi i dati Adp di settembre relativi al mercato del lavoro statunitense, che anticipano il rapporto ufficiale mensile del Dipartimento del lavoro, in agenda venerdì. Il numero di occupati del settore non agricolo è aumentato di 135 mila unità, in linea con le attese, rispetto alle 228 mila unità di agosto (dato rivisto al ribasso da 237 mila).
In mattinata invece sono stati divulgati i Pmi servizi e composto di settembre dei principali Paesi europei, che hanno confermato l’espansione in Francia, Germania e UK, mentre in Italia l’indice ha segnalato il più debole rialzo dell’attività dal mese di marzo.
Sul Forex il cambio euro/dollaro risale lievemente in area 1,176, mentre il dollaro/yen si attesta a quota 112,8. Tra le materie prime scabiano sostanzialmente invariati i futures sul petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 50,4 e a 56 dollari al barile, dopo i dati settimanali Eia sulle scorte Usa che hanno evidenziato un calo delle riserve di greggio e dello stock complessivo di prodotti petroliferi.
Nel comparto del reddito fisso, infine, il rendimento del Btp si posiziona al 2,18% e lo spread con il Bund cresce di 5 bp a 173 punti base. In aumento di quasi 7 bp anche il differenziale tra il decennale spagnolo e l’omologo tedesco, che sale a 131 punti base.
A Piazza Affari le vendite investono soprattutto BANCO BPM (-5,3%) e UBI (-3,8%) ma anche BPER (-3%), UNICREDIT (-2,6%) e INTESA (-1,7%). Tra le peggiori del listino anche BANCA GENERALI (-3%), UNIPOL (-2,8%) e MONCLER (-2,6%), quest’ultima in scia al downgrade da ‘outperform’ a ‘neutral’ da parte di Mediobanca.
In controtendenza LUXOTTICA (+0,8%), RECORDATI (+0,7%) e CAMPARI (+0,2%), che ha siglato un accordo per la cessione del business Lemonsoda alla danese Royal Unibrew per 80 milioni.
Piatta, infine, PRYSMIAN (-0,1%), sostenuta dalle indiscrezioni Bloomberg circa l’intenzione di acquisire la competitor americana General Cable.