Mattinata contrastata per le borse europee, in attesa degli interventi di stasera dei presidenti di Bce, Mario Draghi, e Fed, Janet Yellen, mentre sullo sfondo restano le tensioni legate alla situazione in Catalogna.
Poco dopo le 12:00 proprio Madrid segna la peggiore performance del Vecchio Continente con l’Ibex 35 in calo del 2,3%, affossato dalle vendite sui bancari così come il Ftse Mib di Milano (-1,3%). In lieve flessione il Cac 40 di Parigi (-0,4%), mentre il Dax di Francoforte e il Ftse 100 di Londra scambiano intorno alla parità.
Sul fronte macro, in mattinata sono stati diffusi i Pmi servizi e composto di settembre dei principali Paesi europei. In particolare, gli indicatori hanno confermato l’espansione in Francia, Germania e UK, mentre in Italia l’indice ha segnalato il più debole rialzo dell’attività dal mese di marzo.
Il focus di giornata, comunque, resta sui dati Adp di settembre, i numeri sull’occupazione non agricola statunitense che precedono come di consueto il report mensile ufficiale del Dipartimento del lavoro, in calendario venerdì.
Intanto il dollaro rifiata parzialmente dopo la corsa delle ultime sedute, penalizzato anche dall’incertezza sul futuro della governance della Fed e dalla possibilità che anche la riforma fiscale, come accaduto con quella sanitaria, non venga approvata in Senato. L’euro/dollaro risale a 1,176, mentre il dollaro/yen scende a 112,5.
Tra le materie prime, l’oro approfitta della flessione del biglietto verde per riportarsi a 1.276 dollari l’oncia. Ancora in ribasso le quotazioni del petrolio, con il Brent (-0,8%) a 55,6 dollari e il Wti (-0,7%) a 50,1 dollari, in attesa questo pomeriggio della pubblicazione dei dati settimanali Eia sulle scorte Usa.
Nel comparto del reddito fisso, infine, il rendimento del Btp si incrementa al 2,175% e lo spread con il Bund cresce di 5 bp a 174 punti base. In marcato aumento anche il differenziale tra il decennale spagnolo e l’omologo tedesco, che sale di 7 bp a 131 punti base.
A Piazza Affari arretra il comparto bancario per il timore della stretta sugli accantonamenti sugli npl che sarebbe allo studio della Bce. La proposta dovrebbe prevedere un meccanismo automatico degli accantonamenti per i nuovi flussi di sofferenze, togliendo discrezionalità alle banche nel valutare le proprie posizioni di crediti deteriorati e portando a un riflesso diretto sul conto economico.
Le vendite investono soprattutto BANCO BPM (-5%), UBI (-4,2%) e BPER (-3,1%), ma anche UNICREDIT (-2,1%) e INTESA (-1,5%).
Tra le peggiori del listino anche MONCLER (-3,7%) in scia al downgrade da ‘outperform’ a ‘neutral’ di Mediobanca.
In controtendenza YNAP (+2,3%), su cui la stessa Mediobanca ha alzato il target price da 28,2 euro a 39 euro, confermando il giudizio ‘outperform’.
Ben intonata anche LUXOTTICA (+0,5%), piatta PRYSMIAN sostenuta dalle indiscrezioni Bloomberg circa l’intenzione di acquisire la competitor americana General Cable.