Mercati – Bene Madrid a +2,5%, Milano termina a +0,5% con Exor in evidenza

Chiusura poco mossa per i listini continentali ad eccezione dell’Ibex 35 di Madrid che rimbalza a +2,5% dopo lo scivolone di ieri, approfittando anche dello stop da parte della Corte Costituzionale spagnola alla seduta del Parlamento catalano, prevista per lunedì 9, che avrebbe dovuto approvare una dichiarazione unilaterale d’indipendenza.

A Milano il Ftse Mib archivia le contrattazioni con un rialzo dello 0,5% ed Exor in evidenza a +4,1% nel giorno dell’Investor day. In frazionale progresso anche il Ftse 100 di Londra (+0,5%) e il Cac 40 di Parigi (+0,3%) mentre il Dax di Francoforte termina sulla parità. Ben avviata intanto Wall Street, che viaggia verso nuovi record in chiusura.

La giornata ha offerto pochi spunti operativi, tra cui la diffusione delle minute relative all’ultima riunione della Bce. Dai verbali è emerso che le discussioni sul tapering sono state avviate, anche se la riduzione degli stimoli non è l’unica ipotesi allo studio. Tra i possibili scenari, infatti, figurano anche un’eventuale estensione della durata del Quantitative easing o un incremento negli importi degli acquisti di titoli, ma su un orizzonte temporale inferiore. L’altro tema caldo dell’ultimo meeting è stato l’apprezzamento dell’euro, che preoccupa il board della Bce in quanto rallenta il raggiungimento del target di inflazione nel medio termine.

Sul fronte macro, sono stati diffusi i dati statunitensi sulle richieste di disoccupazione e sulla bilancia commerciale, oltre a quelli sugli ordini all’industria e la revisione ordini di beni durevoli, in rialzo oltre le attese. L’attenzione resta comunque focalizzata sui numeri di settembre relativi al mercato del lavoro americano, che verranno divulgati domani dal Bureau of Labour statunitense.

Nel frattempo la moneta unica è scesa in area 1,171 dollari, condizionata dalle minute e dalle tensioni legate alla Catalogna, mentre il biglietto verde è agevolato dai dati macro positivi e dalle dichiarazioni del presidente della Fed di Filadelfia, Patrick Harker, favorevole a un ulteriore aumento dei tassi entro fine anno e ad altri tre nel 2018.

La sterlina continua a perdere terreno sulle principali valute, con il cambio GBP/USD sui minimi di quasi un mese a 1,313. La valuta britannica accusa in parte il discorso di ieri di Theresa May, che ha alimentato i dubbi sulla sua capacità di condurre le trattative per la Brexit, oltre allo scetticismo mostrato da Standard & Poor’s sul possibile rialzo dei tassi di interesse da parte della Bank of England.

Tra le materie prime, l’oro torna a 1.273 dollari l’oncia in scia all’apprezzamento del dollaro mentre il petrolio guadagna circa due punti percentuali, con Wti e Brent rispettivamente in area 51 e 57 dollari al barile. Ad agevolare le quotazioni dell’oro nero contribuiscono i segnali positivi provenienti da Arabia Saudita e Russia, che continuano a cooperare per contrastare l’eccesso di offerta.

In flessione i rendimenti obbligazionari sulla scadenza decennale, in particolare il Btp italiano, in calo al 2,14%, e il Bonolis spagnolo, in ribasso di 7 bp all’1,69 per cento. Lo spread Btp-Bund si contrae a 168 punti base.

A Piazza Affari gli acquisti premiano soprattutto EXOR (+4,1%) con John Elkann che, in occasione dell’Investor day della holding di famiglia Agnelli, ha annunciato che Marchionne resterà in società dopo il 2019.

In evidenza anche SAIPEM (+2,8%), agevolata dalla ripresa delle quotazioni del petrolio, e ATLANTIA (+2,1%) che sarebbe più vicina all’acquisizione di Abertis. Ben intonate anche le utilities SNAM (+1,7%), ENEL (+1,6%), pronta a entrare nel business delle rinnovabili in Etiopia, e TERNA (+1,4%).

In rialzo TELECOM ITALIA (+1,1%), che avrebbe dato mandato a Barclays, Credit Suisse e Lazard per la vendita di Persidera, da cui potrebbe ricavare tra i 350/400 milioni.

In fondo al listino scivolano UBI (-2%), che starebbe valutando una revisione della governance, BPER (-1,7%) e FERRAGAMO (-1,5%). Realizzi su YNAP (-1,1%).