Mercati – Milano sempre al palo, Exor in evidenza a +4%

Giornata fin qui poco mossa per i listini continentali, mentre Wall Street ha aperto in frazionale rialzo dopo i record della precedente seduta. Poco dopo le 16:00 a Milano il Ftse Mib scambia intorno alla parità, senza discostarsi troppo dagli altri indici ma con Exor a +4%, ad eccezione dell’Ibex 35 di Madrid che rimbalza a +1,9% dopo lo scivolone di ieri. Sostanzialmente invariati invece il Dax di Francoforte (-0,2%), il Ftse 100 di Londra (+0,35%) e il Cac 40 di Parigi (+0,1%).

Prevale la cautela tra gli investitori, in attesa di spunti dai dati di domani sul mercato del lavoro statunitense e di novità sul fronte dell’indipendenza della Catalogna.

In tarda mattinata sono state diffuse le minute reltive all’ultima riunione della Bce, da cui è emerso che sono iniziate le discussioni sul tapering, anche se tra i possibili scenari alternativi figurano anche un’eventuale estensione temporale degli stimoli monetari o un rafforzamento degli acquisti ma su un orizzonte inferiore. Un altro tema che ha caratterizzato l’ultimo meeting è stato quello dell’apprezzamento dell’euro, che preoccupa il board della Bce in quanto rallenta il raggiungimento del target di inflazione di medio termine.

Nel frattempo la moneta unica è scesa in area 1,172 dollari, mentre la sterlina continua a perdere terreno sulle principali valute, con il cambio GBP/USD sui minimi di quasi un mese a 1,314. La valuta britannica accusa in parte il discorso di ieri di Theresa May, che ha alimentato i dubbi sulla sua capacità di condurre le trattative per la Brexit, a cui si aggiunge anche lo scetticismo mostrato da Standard & Poor’s sul rialzo dei tassi di interesse da parte della Bank of England.

Sul fronte macro si attendono i non farm payroll di domani, mentre per la giornata odierna si segnalano gli ordini all’industria e la revisione ordini di beni durevoli statunitensi di agosto, in rialzo e sopra le attese.

Tra le materie prime, l’oro torna a 1.275 dollari l’oncia e il petrolio guadagna terreno con Wti e Brent rispettivamente a 50,2 e a 56,3 dollari al barile, all’indomani della pubblicazione dei dati settimanali sulle scorte Usa.

In flessione i rendimenti obbligazionari sulla scadenza decennale, in particolare il Btp italiano, in calo al 2,12%, e il Bonos spagnolo, in ribasso di 9 bp all’1,67 per cento. Lo spread Btp-Bund si contrae a 168 punti base.

A Piazza Affari gli acquisti premiano EXOR (+4%) agevolato dalle parole di Elkann secondo cui Marchionne resterà in società anche dopo 2019. Bene anche ATLANTIA (+1,8%), SAIPEM (+1,7%), oltre ad ENEL (+1,9%) pronta a entrare nel business delle rinnovabili in Etiopia, e TELECOM ITALIA (+1,5%), che avrebbe dato mandato a Barclays, Credit Suisse e Lazard per la vendita di Persidera, da cui potrebbe ricavare tra i 350/400 milioni.

Tra i bancari scivolano UBI (-1,2%), che starebbe valutando una revisione della governance, e BPER (-1,1%). Vendite, infine, su FERRAGAMO (-1,2%) e realizzi su YNAP (-1,2%).