Tornano gli acquisti sui titoli del comparto utility e delle rinnovabili quotati sui listini del vecchio Continente, dopo la decisa flessione di mercoledì. Il Ftse Italia Servizi Pubblici è infatti riuscito a portare a casa un guadagno dell’1,4%, tornando così a registrare una performance giornaliera superiore a quella del principale indice di piazza Affari, cioè il Ftse Mib, che si è fermato a un rialzo dello 0,5% rispetto alla chiusura precedente. Denaro anche sullo Stoxx Europe 600 Utilities (+1,5%).
A sostenere gli acquisti delle azioni presenti nel Ftse Italia Servizi Pubblici la decisa flessione dei rendimenti sui governativi dei Paesi Periferici, Spagna e Italia, sulla scia di alcune indiscrezioni diffuse nel pomeriggio relative a possibili divisioni interne all’interno della Catalogna che potrebbero provocare un blocco nella dichiarazione di indipendenza. Come se non bastasse le banche catalane hanno già annunciato di avere allo studio l’eventuale cambio di sede.
Tra le società a maggiore capitalizzazione, cioè le Big Cap, Snam (+1,7%) ha portato a casa il risultato migliore in assenza di notizie societarie significative. Ben comprata anche Enel (+1,6%) che intendere partecipare alla gara per la costruzione di un impianto fotovoltaico da 130 MW di capacità installata che il governo etiope potrebbe far partire a breve.
Nel segmento delle Mid Cap, sono tornati gli acquisti su Hera (+2%) che ha registrato la migliore performance giornaliera all’interno dell’indice settoriale in esame.
Tra le Small Cap, sono da segnalare le prese di beneficio sul Gruppo Waste Italia (-12,2%) dopo l’exploit della seduta precedente e il nuovo scivolone di Falck Renewables (-5,4%). Le quotazioni dei titoli del gruppo guidato da Toni Volpe sono così tornate sotto il livello di chiusura dello scorso 22 settembre, cioè della seduta precedente l’annuncio di due importanti acquisizioni al di fuori dei confini italiani che avevano fatto scattare un rally (+12,7%) conclusosi lunedì a 1,63 euro.
Ben comprata, invece, Acsm-Agam (+1,5%) anche grazie a un articolo pubblicato ieri in cui si sottolineava che sull’esigenza di dar vita a una nuova super-utility lombarda si è vicini a un consenso di massima a livello societario e politico, con la struttura dell’operazione ormai delineata. Sulla base dello schema messo a punto dagli advisor è previsto che A2A (-0,8%) salga nell’azionariato di Acsm-Agam a circa il 40% dall’attuale 23,9% anche attraverso il conferimento alla multi-utility lariano-brianzola della partecipazione del 90% di Aspem Varese e del 9,4% di Lario Reti Holding. È poi previsto che Acsm-Agam, attraverso una fusione inglobi le altre società coinvolte nell’operazione, ovvero Azienda energetica Valtellina e Valchiavenna, Aspem Varese e Lario Reti Holding (Lecco e Comuni Lariani). La stessa ex-municipalizzata guidata da Paolo Soldani sarebbe poi governata da un patto di sindacato che comprenderebbe il 40% di A2A il 20% in mano ai Comuni già azionisti delle società incorporate. Sembra essere esclusa la possibilità che il gruppo guidato da Camerano lanci un’Opa su Acsm-Agam a seguito del superamento del 30% del capitale, in quanto il superamento del limite è legato a una fusione con effettive e motivate esigenze industriali (una fattispecie prevista esplicitamente dal Testo unico della finanza).