Il Ftse Italia Banche chiude l’ottava con un rosso del 3,3% e con una sotto-performance di due punti percentuali rispetto all’analogo europeo (-1,3%), frenando anche il Ftse Mib (-1,3%).
L’indice bancario è stato penalizzato dalle ultime proposte della Bce sugli accantonamenti relativi ai nuovi flussi di npl a partire da gennaio 2018. In particolare, i crediti deteriorati garantiti dovrebbero essere azzerati in 7 anni, mentre l’arco di tempo per arrivare al 100% di coperture per quelli non garantiti scenderebbe a 2 anni.
Le vendite colpiscono tutti i titoli del listino principale, con Intesa (-2,1%) che riesce comunque a tenere meglio grazie alla percezione di solidità di cui gode presso il mercato. Le azioni hanno risentito anche delle prese di profitto dopo le buone performance dell’ultimo mese. In controtendenza Mediobanca (+0,8%) grazie anche all’innalzamento del giudizio da ‘hold’ a ‘buy’ con target price a 10,5 euro.
Nel Mid Cap in forte calo Popolare Sondrio (-4,1%), e, in misura più contenuta, anche Credem (-0,8%).
Tra le Small Cap pesante tonfo per Creval (-21,3%) a seguito della riduzione del rating di lungo termine da ‘Ba1’ a ‘Ba2’ di Moody’s per il deterioramento del profilo di rischio.
Forti vendite anche su Carige (-4,4%) nonostante la probabile adesione dei principali detentori di bond subordinati all’operazione di Lme.
Controcorrente Banco Desio (+1,8%) e soprattutto Banca Finnat (+5,4%), quest’ultima anche per merito della costituzione del fondo ‘Aim Sistema Italia Pir’, dedicato alle società già quotate o in procinto di quotarsi sull’Aim.