Mercati – Madrid la peggiore in attesa di Puigdemont, Milano chiude a -0,6%

Seduta incerta per le borse continentali, che chiudono contrastate prima dell’intervento del presidente catalano Carles Puigdemont, pronto a dichiarare unilateralmente l’indipendenza della regione. Una mossa che innescherebbe inevitabilmente la reazione del governo spagnolo. Il premier Mariano Rajoy potrebbe infatti ricorrere all’art.155 della Costituzione per sospendere l’autonomia catalana e destituire Puigdemont.

L’Ibex 35 risulta il peggiore fra i listini europei con un calo dell’1%, mentre il Ftse Mib di Milano archivia le contrattazioni in ribasso dello 0,6% a 22.336 punti. Variazioni più contenute per il Dax di Francoforte (-0,2%), il Cac 40 di Parigi (invariato) e il Ftse 100 di Londra (+0,4%).

Sul Forex l’euro torna in area 1,18 dollari, sui massimi di una settimana, sostenuto anche dalle parole del membro della Bce, Sabine Lautenschlaeger, favorevole a una progressiva riduzione del Quantitative easing. Il dollaro arretra anche nei confronti dello yen (USD/JPY a 112,1) e della sterlina (GBP/USD a 1,321).

Sul fronte macroeconomico sono stati diffusi i dati di agosto sulla produzione industriale di Francia, Italia e Regno Unito, dopo quelli tedeschi di ieri sopra le attese. In Francia l’indicatore ha deluso le attese, con una flessione mensile dello 0,3% (+1,1% a/a). In UK i numeri hanno registrato una crescita dello 0,2% rispetto a luglio (confermando le previsioni degli analisti) e dell’1,6% su base tendenziale, mentre in Italia l’incremento è stato dell’1,2% rispetto al mese precedente e del 5,7% su base annua, ben oltre le attese.

Tra le materie prime l’oro approfitta del deprezzamento del dollaro per riportarsi a 1.291 dollari l’oncia, mentre il petrolio avanza ancora di circa due punti percentuali grazie all’ottimismo per il riequilibrio del mercato e ai tagli adottati dall’Arabia Saudita, con Wti e Brent rispettivamente a 50,8 e a 56,7 dollari al barile.

A Piazza Affari MONCLER chiude a +2,5%, sostenuta dai buoni risultati di LVMH e dal rialzo del target price di Jefferies da 24 euro a 27,5 euro. Colpo di coda finale dopo una seduta volatile per MEDIASET (+1,8%), che entro un mese potrebbe trovare l’accordo con Vivendi per risolvere il contenzioso legato al mancato acquisto di Premium da parte dei francesi.

Fra i petroliferi spicca SAIPEM (+1,7%) dopo l’aggiudicazione di nuovi contratti in Cile e Messico per 350 milioni di dollari.

Prosegue il trend negativo delle banche, innescato dalle nuove norme allo studio della Bce per il trattamento dei crediti deteriorati. Sottotono soprattutto UNICREDIT (-2%), BANCO BPM (-2,2%) e BPER (-2,1%). In rosso anche INTESA (-0,8%), dopo che Compagnia Sanpaolo ha ceduto lo 0,95% del capitale ordinario della banca tramite accelerated bookbuilding.

In controtendenza UBI (+0,7%), dopo il placement dell’emissione obbligazionaria senior unsecured benchmark per un controvalore complessivo di 750 milioni. Il titolo, della durata di 5 anni, è rivolto a investitori istituzionali e paga una cedola dello 0,75 per cento.

Debole infine ATLANTIA (-1,4%) nel primo giorno dell’offerta per Abertis, che si chiuderà il 24 ottobre, con il mercato che continua ad attendere la controfferta di Acs.