Intesa – Debole a Piazza Affari

I titoli della banca guidata da Carlo Messina calano in borsa dell’1,3% dopo il taglio del target price da 3,4 euro a 3,1 euro e l’abbassamento della raccomandazione a ‘neutral’ da ‘overweight’ da parte della merchant Usa JP Morgan.

L’effetto Nouy colpisce Intesa. Le azioni della banca italiana segnano un calo dell’1,3% a 2,85 euro dopo che la banca d’affari americana JP Morgan è uscita con un report in cui taglia la raccomandazione sulla banca tricolore, portandola da ‘overweight’ a ‘neutral’ e riducendo il target price da 3,4 euro a 3,1 euro.

Nonostante gli analisti della merchant Usa ritengano gestibili per Intesa le nuove regole sulle rettifiche automatiche per le nuove sofferenze, anche alla luce della ripresa macroeconomica e del conseguente calo dei flussi di crediti deteriorati, stimano un calo del Cet1 di 40 punti base. Inoltre, mettono in guardia dal fatto che possa essere erosa la capacità di pagare dividendi generosi come in passato.

Nel frattempo Carlo Messina, Ad della banca milanese, è intervenuto sulla cessione dello 0,95% del capitale da parte della Fondazione Sanpaolo, criticando la norma che impone agli enti di ridurre le proprie partecipazioni negli istituti di credito.

“Avrei trovato ragionevole posporre il tempo in cui veniva richiesto di adempiere all‘obbligo per le fondazioni di scendere nel capitale delle banche”, ha commentato il Ceo di Intesa a margine di un evento ieri a Vicenza, aggiungendo “In questo Paese abbiamo una capacità di sottovalutare quanto possa essere strategico il mantenimento di noccioli duri italiani. In questa fase l‘Italia ha bisogno di un campione che possa avere un nucleo di soci stabili, e lo dico da italiano e non da Ad di Intesa Sanpaolo”.

Compagnia di Sanpaolo, principale azionista di Intesa, ha collocato ieri con un accelerated bookbuilding lo 0,95% della banca e dovrà cedere un altro 3% circa entro aprile del prossimo anno in base al protocollo firmato nel 2015 tra Acri e Mef, che limita gli investimenti delle fondazioni in una singola banca a un terzo del totale degli attivi.

Si segnala infine che Messina, davanti a una platea di imprenditori veneti, ha fatto presente che: “Abbiamo identificato 30 mila famiglie con reddito inferiore a 30 mila euro e un patrimonio (esclusi gli investimenti in azioni nelle due banche) di 15 mila euro. Abbiamo stanziato un plafond da 100 milioni di euro nei prossimi 5 anni che la banca metterà a disposizione per essere vicini a famiglie in questa condizioni”.

Il Ceo ha poi proseguito: “Concretamente ipotizziamo la possibilità di dare gratuitamente dei fondi monetari privi di rischio, slegati dalle dinamiche dei titoli di Stato, che poi potranno vendere nel corso dei periodi successivi”. L’ammontare massimo del sostegno previsto per singolo cliente è pari a 15 mila euro.