Le valutazioni dei due ex alleati sulla quota del 50% di Popolare Vita su cui la compagnia bolognese ha esercitato un’opzione put sono molto lontane. La sentenza dell’arbitrato è attesa per fine novembre, per questo il cda della banca milanese in calendario per il 17 ottobre non sarà probabilmente in grado di prendere alcuna decisione sull’ingresso del nuovo socio. Ruolo a cui si sono candidate Cattolica Assicurazioni e Covéa.
E’ muro contro muro la posizione di Banco Bpm e quella di Unipol sulla cessione della quota del 50% di Popolare Vita, su cui la compagnia di assicurazione ha esercitato un’opzione put. I due ex alleati hanno già pubblicamente dichiarato quali sono le rispettive valutazioni della partecipazione nella compagnia di bancassurance. E i due valori sono parecchio distanti: 700 milioni per Unipol e 350 milioni per Banco Bpm.
Per dirimere la questione è stato attivato un arbitrato affidato alla società Bdo, che fa parte di un network internazionale di revisione e consulenza. Ma il nodo non è facile da sciogliere.
Banco Bpm ritiene che la valutazione non possa prescindere dalla redditività della compagnia. Secondo questo criterio, applicando un multiplo p/e piuttosto generoso, pari a 13 volte gli utili, come quello utilizzato per la valutazione della jv in Avipop, si arriverebbe a una valutazione del 50% di Popolare Vita attorno ai 310 milioni, sulla base dell’utile 2016 pari a 47,7 milioni. Si tratta di una stima non tirata poiché Avipop opera nel settore danni, che ha maggiori prospettive di crescita e redditività ed è superiore alla media del p/e delle compagnie italiane quotate a Piazza Affari che, secondo quanto riportato da Bloomberg, è pari a 10,6.
Unipol, invece, si appella al fatto che il contratto faccia riferimento per il calcolo del prezzo della put all’appraisal value, dato dal valore del capitale proprio (500 milioni circa di patrimonio netto nel caso di Popolare Vita), più il value in force (il valore del portafoglio esistente) e il goodwill (il valore del portafoglio futuro). Ma la questione non è così chiara se ha portato al ricorso a un giudice esterno.
Nel frattempo, Unipol non ha intenzione di concedere ai due pretendenti, Cattolica Assicurazioni e Covéa, la possibilità di effettuare una due diligence su Popolare Vita finché non ci sarà la risposta del giudice super partes.
Il responso dell’arbitrato potrebbe arrivare per fine novembre e quindi probabilmente il cda della banca milanese in calendario per il 17 ottobre non sarà in grado di prendere una decisione sulle offerte dei futuri soci.
L’amministratore delegato di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, vorrebbe comunque chiudere l’operazione in tempo per includere gli effetti nel bilancio 2017.
Intanto a Piazza Affari i titoli Banco Bpm sono praticamente invariati a 3,04 euro, mentre UnipolSai segna un lieve rialzo dello 0,4% a 1,95 euro. Il Ftse Italia Finanza mostra alle 11:20 un piccolo calo dello 0,2 per cento.