Il Ftse Italia Tecnologia ha archiviato la seduta in progresso dell’1%, sovraperformando l’indice di settore continentale Euro Stoxx Tecnologia (+0,1%) e chiudendo in linea con il Ftse Mib (+1%).
Il principale listino milanese, penalizzato soprattutto dalle banche, ha sovraperformato gli altri indici continentali ad eccezione dell’Ibex 35 spagnolo (+1,3%), all’indomani dell’intervento di Carles Puigdemont. Il leader catalano ha dichiarato e sospeso l’indipendenza, una mossa a cui il premier Rajoy ha risposto chiedendo chiarimenti e aprendo la strada all’applicazione dell’art. 155 della Costituzione. Da segnalare inoltre, in serata, la pubblicazione delle minute relative all’ultima riunione del Fomc.
Fra le tlc vola Retelit (+6,7%) sui rumors di stampa secondo cui il fondo infrastrutturale F2i starebbe studiando su un possibile merger con l’operatore di servizi dati e infrastrutture nel mercato delle telecomunicazioni. Retelit ha comunque precisato che “non vi sono al momento trattative formali ma solo contatti informali che rientrano nell’ambito del normale confronto tra gli operatori del settore”.
Chiude in rialzo del 2,3% anche Telecom Italia dopo le dichiarazioni del presidente del PD, Matteo Orfini, sull’opportunità di uno scorporo della rete e una sua successiva integrazione con Oper Fiber.
Per quanto riguarda il comparto IT di Piazza Affari la big cap Stm archivia le contrattazioni a +1,1 per cento. Il colosso dei semiconduttori ha esercitato il proprio diritto di opzione sulle obbligazioni convertibili per 400 milioni di dollari con scadenza nel 2021 e cedola 1% per rimborsare tutti i bond in circolazione. Successivamente le obbligazioni saranno cancellate.
In lieve rialzo anche la mid cap Reply (+0,8%) che dal 16 ottobre avvierà il frazionamento delle azioni (4 nuove per ogni vecchia). Fra le small cap rimbalza Esprinet (+4,4%) e avanza Be (+3,2%). Dalle comunicazioni di Consob sulle partecipazioni rilevanti è emerso che il primo ottobre Axxion è diventato uno dei maggiori azionisti con una quota pari al 9,99% del capitale, detenuta in gestione discrezionale del risparmio.