Sergio Albarelli, Ceo di Azimut, in un’intervista, ha illustrato le prossime mosse dell’asset manager milanese.
Albarelli ha precisato che l’espansione oltre i confini nazionali è oramai un percorso irreversibile. Attualmente, il peso delle masse estere ha raggiunto oltre il 20%, grazie alla presenza di 100 unità tra gestori e analisti e più di 2.000 consulenti finanziari.
Inoltre, ha sottolineato che Azimut punta a far conoscere i propri prodotti e servizi anche in Francia, Germania e altri Paesi del Nord Europa, utilizzando le piattaforme di distribuzione internazionale. Il manager non esclude a priori che nei prossimi cinque anni venga costituita una rete di consulenti dedicata a questi paesi.
Il numero uno ha fatto presente che la crescita estera si focalizzerà ulteriormente sull’Australia per coglierne tutte le opportunità di crescita. A oggi, alla luce delle acquisizione già effettuate, quel continente rappresenta circa il 10% degli asset under management.
Sul fronte del reclutamento, il Ceo ha affermato che l’asset manager milanese punta ai ritmi di sviluppo degli ultimi tre anni, con tassi di crescita tra il 7% e l’8%, privilegiando la qualità alla quantità.
L’Ad non si è detto preoccupato dell’introduzione della Mifid 2, in quanto il gruppo si è sempre caratterizzato per la trasparenza verso i propri clienti. Inoltre, Azimut si è già adoperata per ampliare la gamma dei propri prodotti, includendo anche il private equity e il private debt. Il manager ha fatto presente che il gruppo continuerà a mantenere alta l’attenzione sul fronte dei costi, che ha già dato ottimi risultati nella prima metà del 2017.
Intorno alle 12:00 a Piazza Affari, il titolo cede lo 0,6% a 17,29 euro, una performance in linea con il Ftse Italia Servizi Finanziari (-0,5%).