Il Ftse Italia Banche termina l’ottava con un ribasso del 2% e allineato all’analogo europeo (-2,1%), frenando anche il Ftse Mib (+0,1%).
L’indice bancario continua a essere penalizzato dai timori legati ai potenziali impatti di una nuova stretta sugli npl dopo le nuove linee guida pubblicate dalla Bce, solo in parte compensati dalla reazione positiva alle proposte più soft avanzate dalla Commissione Europea. Il mercato non ha tenuto conto degli esiti positivi degli stress test effettuati dalla stessa Bce sulle principali banche europee, i quali hanno messo in evidenza che la maggior parte di esse sono in grado di gestire il rischio tassi.
Nel listino principale le vendite penalizzano soprattutto Bper (-6,9%) e Banco Bpm (-5,2%), la cui scelta per il nuovo partner nella bancassurance potrebbe essere decisa nel cda del prossimo 17 ottobre e in attesa di risolvere la querelle con UnipolSai sul 50% di Popolare Vita. Sui due titoli anche qualche presa di profitto.
Intesa arretra del 2,4% nella settimana in cui Compagnia Sanpaolo, primo azionista della banca milanese, ha venduto lo 0,95% del capitale, scendendo all’8,248 per cento. La banca guidata da Carlo Messina è stata condizionata dall’abbassamento della raccomandazione a ‘neutral’ da ‘overweight’ da parte di JP Morgan, con taglio del target price da 3,4 euro a 3,1 euro. Inoltre, si segnala che l’istituto milanese si starebbe muovendo per cedere un pacchetto da 600 milioni di npl non garantiti, per cui sarebbe in corsa la controllata di Mediobanca (-0,3%) specializzata nel settore.
Unicredit lascia sul terreno l’1,7%, risentendo marginalmente anche della sentenza emessa dalla Corte austriaca sul trattamento dei prepensionamenti. Calo più moderato per Ubi (-1,1%) che continua comunque a essere ben vista dagli investitori, come dimostrato dal successo nel collocamento del bond senior unsecured a 5 anni da 750 milioni,
Nel Mid Cap sia Popolare Sondrio sia Credem limitano il rosso sotto il 2%, con quest’ultimo che è stato inserito dalla Bce tra i conglomerati finanziari per via delle dimensioni raggiunte.
Tra le Small Cap Creval (-1,1%) indietreggia ancora in seguito alla riduzione del giudizio da ‘buy’ a ‘neutral’ di Ubs con target price tagliato a 3,5 euro da 4,95 euro.
Forti acquisti su Carige (+5,5%) dopo aver incassato un’adesione preliminare dell’89% sui 510 milioni di obbligazioni subordinate oggetto dell’operazione di Lme, che fa ben sperare in vista dell’assemblea dei bondholder del prossimo 21 ottobre.
Molto bene anche Banca Sistema (+6,2%) grazie al ‘buy’ incassato da Banca Akros con target price a 3,2 euro al successo nel placement del suo primo bond triennale da 175 milioni riservato a investitori istituzionali.