Chiusura in territorio negativo per le borse europee, con il Ftse Mib che archivia le contrattazioni in ribasso dell’1% a 22.133 punti zavorrato in particolare da FCA (-6%). Terminano in rosso anche l’Ibex 35 di Madrid (-0,7%), il Dax di Francoforte (-0,4%), il Cac 40 di Parigi (-0,3%) e il Ftse 100 di Londra (-0,4%). Sottotono pure Wall Street dopo due ore di contrattazioni, in particolare il Nasdaq (-0,6%) appesantito da Apple (-2,6%).
La correzione dell’azionario europeo è innescata in parte dal prolungarsi delle incertezze sul fronte della Catalogna. Oggi è scaduto il secondo ultimatum del governo di Madrid al leader indipendentista Puidgemont, che non ha fatto alcun passo indietro. Sabato, dunque, i ministri spagnoli si riuniranno per avviare il procedimento previsto dall’art. 155 e sospendere l’autonomia della regione. Una mossa a cui il governo catalano risponderà sottoponendo al parlamento locale una dichiarazione di indipendenza unilaterale, in esecuzione dell’esito del referendum.
Nessun risvolto invece sul Forex, dove anzi l’euro si riporta in area 1,185 in vista della riunione Bce della prossima settimana, in cui potrebbe essere annunciata una riduzione degli acquisti mensili di titoli da 60 a 40 miliardi a partire da gennaio.
Il dollaro è in calo anche rispetto allo yen, a 112,4. Oggi è previsto, inoltre, un incontro tra il presidente Usa Donald Trump e l’attuale numero uno della banca centrale americana Janet Yellen. Una decisione sul nuovo presidente dovrebbe essere presa entro il 3 novembre, con l’economista di Stanford John Taylor, ritenuto più “falco” della Yellen, tra i principali candidati.
Fra le materie prime perde terreno il petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 51,2 e a 57,5 dollari al barile, mentre l’oro torna in area 1.288 dollari l’oncia approfittando della debolezza del biglietto verde.
Scarsi movimenti sull’obbligazionario, con il Btp decennale al 2,02% e il differenziale dal Bund intorno a 162 punti base. In aumento di soli due punti lo spread tra Bonos spagnoli e il benchmark tedesco, a 123 punti base.
Per quanto riguarda il Ftse Mib, spicca il ribasso di FCA (-6%), che secondo gli operatori risentirebbe di due pesanti ordini da investitori istituzionali, in attesa dei conti di martedì. Peserebbero anche il taglio della produzione di Alfa Romeo e Maserati in conseguenza delle nuove regole per le importazioni in Cina, oltre a un report meno ottimista di Goldman Sachs e a prese di profitto.
Prevalenza di segni rossi anche sul resto del listino, con vendite in particolare su BPER (-3,2%), SAIPEM (-2,3%) e LEONARDO (-2,3%). Debole anche MEDIASET (-1,8%), dopo che Mediaset Espana ha diffuso i conti dei primi nove mesi.
Termina in controtendenza invece UNIPOL (+1,8%) dopo che JP Morgan ha avviato la copertura sul titolo con un giudizio ‘overweight’ e target price a 5 euro. Ben intonate anche UNIPOLSAI (+1,4%) e le utilities SNAM (+0,8%) e ITALGAS (+0,6%), che ha annunciato di avere sottoscritto ieri un accordo vincolante con H2C S.p.A per l’acquisto del 100% della controllata Enerco Distribuzione.
In lieve rialzo anche ATLANTIA (+0,6%), la cui offerta è ritenuta da Abertis positiva ma migliorabile nel prezzo dopo la controproposta di Acs.
Tiene poco sopra la parità TELECOM ITALIA (+0,1%), dopo l’incontro tra il nuovo Ceo Amos Genish e il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, mentre si starebbe definendo un nuovo assetto della joint venture con Canal+ che prevedrebbe una ripartizione del 60% a Tim e del 40% a Canal+.