Cementir archivia il primo semestre 2017 con risultati in progresso rispetto al pari periodo dello scorso anno, beneficiando soprattutto delle acquisizioni conclusesi nel secondo semestre del 2016 che hanno contribuito per 157,5 milioni a livello di ricavi e 16,6 milioni a livello di margine operativo lordo. La multinazionale romana ridurrà in modo consistente l’indebitamento finanziario netto cedendo gli asset italiani al gruppo tedesco HeidelbergCement, con il perfezionamento dell’operazione attesa per inizio 2018. Un’operazione che permetterà a Cementir di anticipare di fatto uno degli obiettivi strategici del Piano Industriale 2017-2019 e di generare cassa da riutilizzare per investimenti in aree a più alta redditività.
- Gli obiettivi strategici di Cementir
- Cemento Bianco – una leadership globale
- Cemento bianco – Pronti a consolidare la presenza sul mercato francese
- Cemento bianco – Mercato in espansione
- Un miglioramento della redditività dei business in tutte le aree geografiche
- Generazione flussi di cassa e riduzione indebitamento finanziario netto
- Nord&Baltic e USA – La Danimarca rimane un mercato strategico
- Nord&Baltic e USA – Continua la crescita in Norvegia e Svezia
- Mediterraneo Orientale – Migliorato il clima politico in Turchia
- Mediterraneo Orientale – In Egitto forte crescita dei ricavi in valuta locale
- Italia – L’addio al Bel Paese consentirà investimenti in aree a maggior redditività
- Asia Pacifico – Spinge la Cina, Malesia momentaneamente in affanno
- Primo semestre 2017 – Ebitda in flessione a perimetro costante
- Gli obiettivi del Piano Industriale 2017-2019
- Consensus – conferma la crescita attesa dal management
- Borsa – Sovraperforma Ftse Star da inizio anno
- Criticità – Svalutazione valute e mercato turco
Il titolo del gruppo romano ha guadagnato da inizio anno circa il 70%, passando da 4,2 euro ad oltre 7 euro, sovraperformando il Ftse Italia Star del 29 per cento. Una performance dovuta non solo ad un miglioramento dello scenario internazionale di riferimento, con Turchia ed Egitto in pole position, ma anche alla recente comunicazione di dismissione degli asset italiani che ha permesso a settembre un ulteriore accelerazione del trend rialzista.
Una dismissione con cui Cementir Holding uscirà dall’Italia affermando la sua peculiarità di player italiano ma con una presenza interamente internazionale. E di fatto l’Italia è un Paese che sta dando solo timidi segnali di ripresa, dopo una crisi di sovra-capacità che dura ormai da un decennio e che ha piegato quegli operatori rimasti prevalentemente sul mercato domestico. Un deal da 315 milioni ad Enterprise Value che ha consentirà al colosso romano del cemento di ridurre in modo importante l’indebitamento finanziario netto (613,2 milioni nel primo semestre 2017). A fine 2018 infatti il management prevede che il rapporto indebitamento finanziario netto su Ebitda sarà prossimo a 0,5 volte. Una posizione dunque vantaggiosa che consentirà al gruppo di cogliere altre opportunità di investimento che si dovessero presentare in futuro, su mercati più redditizi. Operazione che di fatto segna il raggiungimento di uno degli obiettivi del Piano industriale al 2019.
Il management inoltre procede anche al rafforzamento della leadership nel cemento bianco, segmento di mercato dove Cementir vanta un peso già consistente. Circa il 13% della capacità produttiva globale di cemento bianco è allocata infatti nei centri di produzione Cementir ed oltre il 10% della produzione mondiale avviene proprio negli stabilimenti del gruppo. Una qualità che, rispetto al grigio, presenta margini molto più interessanti e su cui il gruppo italiano intende fare ulteriori investimenti. Redditività che il management intende migliorare avviando tutta una serie di operazioni di razionalizzazione dei costi ed efficientamento della supply chain, ad esempio introducendo una funzione dedicata nella struttura organizzativa.
Scelte strategiche apprezzate anche dagli analisti. Infatti, come si rileva da Bloomberg, di 3 analisti che seguono il titolo, tutti hanno una raccomandazione buy con target price medio a 8,53 euro ed un upside del 18 per cento.
Gli obiettivi strategici di Cementir
“Rafforzare la leadership nel cemento bianco; migliorare la redditività dei business in tutte le aree geografiche oltre che la generazione dei flussi di cassa; proseguire con l’integrazione della società acquisita in Belgio (Compagnie des Ciments Belges); ridurre l’indebitamento finanziario netto”.
Sono queste, come si rileva dai documenti ufficiali del gruppo romano, le priorità strategiche a cui il management di Cementir Holding si sta dedicando e che sono delineate nel Piano Strategico 2017-2019.
Una società che con la dismissione degli asset italiani per 315 milioni ha di fatto già centrato l’obiettivo di riduzione dell’indebitamento finanziario netto, che a fine piano era stimato a circa 360 milioni (613,2 milioni nel primo semestre 2017). Inoltre, la vendita di tutti gli asset e le attività nel Bel Paese fa di Cementir una società italiana ma con giro d’affari completamente all’estero e per lo più in Paesi maturi e stabili.
Un punto di forza che caratterizza il gruppo romano, così come peculiarità è anche la leadership internazionale nel settore del cemento bianco, qualità pregiata che permette margini più alti rispetto a quello grigio.
Cemento Bianco – una leadership globale
Cementir infatti in poco più di quindici anni, è passato da essere un operatore strettamente italiano, ad una realtà multinazionale che produce il 100% dei ricavi all’estero con una presenza in 17 Paesi e una capacità produttiva di circa di 13,1 milioni di tonnellate di cemento, non considerando più l’Italia nel perimetro della società.
Ma c’è molto di più poiché il gruppo romano non ha solo diversificato per area geografica, ma anche per tipologia di business, diventando player di riferimento mondiale nella produzione di un particolare, quanto pregiato, tipo di cemento: il bianco.
Una storia che comincia nel lontano 2004 quando la società ha acquisito Aalborg Portland A/S e Unicon A/S per 600 milioni, la spesa più consistente fatta fino ad oggi ed un’acquisizione che ha permesso di entrare nel mercato del cemento bianco e in 7 sette nuovi Paesi: Danimarca, Norvegia, Svezia, Egitto, Malesia, Cina e Usa.
Iniziative grazie le quali il giro d’affari è cresciuto progressivamente sino a raggiungere nel 2016 una capacità produttiva di cemento bianco di 3,3 milioni, circa il 25% di quella complessiva se si considerano anche i 9,8 milioni nel grigio (non considerando più gli asset italiani).
Ma per percepire il ruolo della multinazionale romana nel mondo è doveroso ricordare il suo peso relativo poiché circa il 13% della capacità produttiva globale di cemento bianco è allocata nei centri di produzione Cementir ed oltre il 10% della produzione mondiale avviene proprio negli stabilimenti del gruppo della famiglia Caltagirone.
La società italiana esporta il cemento bianco in oltre 55 paesi nel mondo, tra cui anche il Sud America, il Nord America e il medio oriente.
Cemento bianco – Pronti a consolidare la presenza sul mercato francese
E sempre sul cemento bianco Cementir Holding sta valutando una serie di operazioni per aumentarne l’esposizione. In particolare il management intende fare qualche investimento per acquistare impianti già esistenti in modo tale da ottenere i permessi di sfruttamento delle cave di materie prime e costruire nuovi impianti più efficienti, cosa del resto già fatta in Cina.
E sempre al fine di consolidare la sua posizione su questa pregiata qualità di materiale da costruzione, recentemente Cementir ha terminato la costruzione di un terminale in Francia a Rochefort (inaugurato a settembre del 2017) per una capacità complessiva di 5.000 tonnellate, consolidando di fatto la presenza nel Paese.
Infatti ad Aalborg, in Danimarca, il gruppo produce sia cemento grigio sia bianco. Vende circa 70.000 tonnellate di bianco nel mercato danese e oltre 600.000 le esporta raggiungendo tutta la parte del Nord Europa, dalla Polonia alla Germania, Regno Unito, Belgio e Francia, dove ora, grazie a questo nuovo terminale potrà coprire meglio questo mercato.
Cemento bianco – Mercato in espansione
Nel complesso le vendite in questo settore continuano ad aumentare. Cementir è a full capacity in Asia pacifico, Cina e Malesia. E proprio l’impianto malesiano di Ipoh è stato uno degli ultimi investimenti importanti effettuati da Cementir nel bianco. A dicembre del 2014 è stato completato un investimento da circa 17 milioni di dollari per raddoppiare la capacità da 0,2 a 0,35 milioni di tonnellate. Impianto quest’ultimo dedicato prevalentemente all’esportazione verso Australia, Vietnam, Corea del Sud e altri paesi del sud-est asiatico.
Il ruolo globale e di leadership di Cementir sono testimoniate pure dalle dimensioni dei centri di produzione. L’impianto più grande di cemento bianco al mondo è infatti quello egiziano di El Arish, in Sinai, con una capacità che è stata triplicata negli ultimi anni, passando da 0,4 a 1,1 milioni di tonnellate. Capacità indirizzata per oltre la metà ai mercati esteri: dagli Usa ai Paesi del mediterraneo, all’Arabia Saudita.
Paese dove Cementir, per risolvere i problemi di approvvigionamento derivati dall’instabilità geopolitica della zona, nel 2016 aveva anche concluso un investimento da circa 10-15 milioni per la costruzione di un mulino per la macinazione del pet-coke, un derivato dal petrolio utilizzato come combustibile. L’impianto ora funziona bene e Cementir vanta in Egitto margini del 40 per cento nel primo semestre 2017.
Un miglioramento della redditività dei business in tutte le aree geografiche
Per quanto concerne invece la maggiore redditività del gruppo, questa sarà raggiunta mediante una serie di azioni che si focalizzeranno su alcuni elementi fondamentali.
Il management intende infatti migliorare i processi volti alla riduzione dei consumi di combustibili ed elettricità, anche attraverso i progetti di continuous improvement, per controbilanciare gli incrementi dei costi degli stessi e dei noli. Sarà anche maggiore il focus sui combustibili alternativi, con l’incremento dei consumi di questi materiali negli impianti in cui vengono già utilizzati, quali Aalborg in Danimarca e Izmir ed Edirne in Turchia.
Ma l’obiettivo di incremento della profittabilità verrà raggiunto anche tramite il miglioramento dei costi di logistica, attraverso azioni mirate nelle varie aree geografiche e a seguito dell’introduzione di una funzione dedicata nella struttura organizzativa.
Inoltre prosegue l’impegno per razionalizzare i processi e i costi al fine di contenerli, nonostante l’incremento dei volumi in tutte le aree di business e in tutte le aree geografiche. Verranno ridotti anche i costi per i sistemi informativi attraverso lo sviluppo di progetti centralizzati volti a rendere omogenei i sistemi informativi di gruppo ed infine un attento controllo dei costi di struttura.
Generazione flussi di cassa e riduzione indebitamento finanziario netto
Proseguirà inoltre l’elevata attenzione alla generazione dei flussi di cassa mediante il contenimento del capitale circolante, maggiore driver di assorbimento di cassa nel settore, oltre che l’ottimizzazione degli investimenti. L’obiettivo sarà quello di mantenere il rapporto capex/ricavi inferiore al 7%, garantendo al contempo il rispetto dei covenant finanziari previsti dal contratto di finanziamento. Investimenti che riguarderanno, comunque, sia lo sviluppo della capacità produttiva che il mantenimento dell’efficienza degli impianti.
Importante rimane anche l’impegno a mantenere solida la struttura finanziaria del gruppo. Effettivamente, con la cessione di asset italiani, l’obiettivo di raggiungere un net debt di 360 milioni al 2019 è stato già ampiamente superato, ma anche al netto di questa recente operazione, Cementir al 30 giugno 2017 era in linea col piano industriale. Con la vendita degli asset italiani la cassa generata farà si che il rapporto indebitamento Ebitda sarà di circa 0,5 volte già a fine 2018.
Nord&Baltic e USA – La Danimarca rimane un mercato strategico
Nel primo semestre 2017 l’area Nord&Baltic e Stati Uniti ha visto un forte progresso dei risultati. I ricavi sono infatti cresciuti del 58,2% a 410,6 milioni, beneficiando di una crescita delle vendite nelle diverse aree di pertinenza. Anche l’Ebitda è aumentato del 42,2% a 68,3 milioni. Il dato beneficia della recente acquisizione in Belgio.
La Danimarca è uno dei principali mercati per Cementir, con circa il 50% dei ricavi delle vendite e circa il 63% dell’Ebitda consolidato. Nel Paese il colosso romano del cemento ha realizzato, nel primo semestre 2017, 174,6 milioni di ricavi (+8,6% a/a) e 39,1 milioni di Ebitda (-2,5% a/a). Ricordiamo che in Danimarca Cementir è presente con una capacità di 2,1 milioni di tonnellate di cemento grigio e 0,85 milioni di tonnellate di cemento bianco (un impianto e 7 forni), 37 centrali di calcestruzzo, 9 terminali e 3 cave di inerti.
Il Paese scandinavo ha registrato un incremento dei volumi di cemento grigio pari al 5,4%, beneficiando soprattutto del miglioramento del settore residenziale con prezzi medi di vendita sostanzialmente stabili, mentre i volumi di cemento bianco hanno evidenziato un calo del 10,5%, ma con prezzi in modesta crescita. Complessivamente le vendite di cemento grigio e bianco, incluse le esportazioni, sono aumentate del 9,7 per cento. I volumi venduti di calcestruzzo sono aumentati dell’1% con prezzi in lieve crescita.
Il calo dell’Ebitda in Danimarca invece è da ricondurre ai maggiori costi fissi, principalmente costi del personale e manutenzioni.
Sempre in Danimarca Cementir ha effettuato un intervento di adeguamento tecnico del nuovo calcinatore del forno del cemento grigio per 7,7 milioni, oltre che realizzato due nuovi impianti di calcestruzzo, a Ribe nella penisola dello Jutland (Danimarca meridionale) per circa 1,6 milioni e a Odense, nel sud del paese, per circa 0,8 milioni.
Il Belgio, sebbene non era consolidato nel primo semestre 2016, è andato bene in termini di crescita dei volumi, mentre i prezzi sono in lieve calo.
Nord&Baltic e USA – Continua la crescita in Norvegia e Svezia
Importanti i risultati riportati dalla Norvegia e Svezia. Qui Cementir vende principalmente calcestruzzo e in Svezia detiene anche una piccola presenza negli aggregati. I ricavi nei due Paesi sono passati da 87,8 milioni a 102 milioni (+16,2% a/a) e l’Ebitda da circa 7 milioni del primo semestre 2016, a 7,3 milioni di quello attuale (+5,1% a/a).
Le attività infatti sono andate molto bene in Norvegia con una crescita quasi del 10% dei volumi di vendita di calcestruzzo, grazie anche all’inverno mite e alle azioni di stimolo all’attività economica varate dal governo. Il settore delle costruzioni mantiene infatti un andamento positivo, trainato dal settore immobiliare. Migliorati anche i prezzi di vendita nel Paese.
In Svezia Cementir ha registrato una buona crescita del business sia nel calcestruzzo che negli aggregati, grazie ad una solida domanda interna, all’aumento della forza lavoro e all’incremento della produttività dei fattori produttivi. Per quanto riguarda le valute di questi due paesi, ricordiamo che mentre la Corona Norvegese si è rivalutata del 2,6% rispetto al cambio medio del primo semestre 2016, aumentando il contributo dei ricavi nel bilancio consolidato convertito in euro, la Corona svedese, nello stesso periodo, si è svalutata di circa il 3,2 per cento.
Il management si attende una crescita moderata nel 2017 nei due Paesi sia in termini di ricavi che di Ebitda.
In Uk invece c’è stato un miglioramento dei risultati anche se l’Ebitda naviga ancora in territorio negativo. Negli Usa ci sono stati problemi operativi risolti, ma è un Paese dove la domanda cresce in maniera robusta.
Mediterraneo Orientale – Migliorato il clima politico in Turchia
Più in difficoltà l’area del Mediterraneo Orientale (Turchia ed Egitto), il quale ha registrato una decrescita dei ricavi del 23,5% a 109,3 milioni e del 43,8% dell’Ebitda a 13,9 milioni.
In particolare è la situazione turca ad aver guidato al ribasso i risultati. Il Paese infatti ha registrato fatturato in calo a circa 89 milioni (-23,9% a/a) e l’Ebitda il 71% a 5,5 milioni. Ha pesato sui conti la forte svalutazione nel periodo della lira turca sull’euro, infatti al netto di questo effetto i ricavi sono diminuiti circa del 10%, a seguito principalmente della riduzione dei volumi di vendita di cemento e clinker del Gruppo nel mercato domestico. In flessione anche i prezzi di vendita nel mercato domestico in valuta locale (-2%).
Nonostante il risultato referendario di Aprile, favorevole all’attuale leader Erdogan, stia portando ad una normalizzazione dello scenario politico, la visibilità sul Paese non è delle migliori. È un mercato che da un punto di vista della domanda cresce perché necessita di infrastrutture, ma la situazione politica, la svalutazione della moneta e la frammentazione del mercato rendono difficile fare stime sul futuro andamento.
Mediterraneo Orientale – In Egitto forte crescita dei ricavi in valuta locale
In Egitto il primo semestre 2017 è andato bene in valuta locale anche se la svalutazione della moneta ha avuto impatto importante in termini di ricavi. All’inizio del mese di novembre 2016 la Banca Centrale egiziana ha annunciato infatti la decisione di lasciare fluttuare liberamente la Sterlina egiziana.
Il fatturato di Cementir nel Paese si è attestato a 20,4 milioni (-21,6% a/a). Da sottolineare però che in valuta locale i ricavi sono cresciuti del 63%, a seguito delle maggiori quantità di cemento bianco venduto sul mercato domestico, dell’incremento dei prezzi medi in valuta locale e per effetto dell’aumento dei volumi esportati, soprattutto negli Stati Uniti.
L’Ebitda invece cresce del 43,6% a 8,4 milioni, beneficiando soprattutto della riduzione del costo dei combustibili, conseguente al pieno utilizzo nel processo produttivo del petcoke al posto dell’olio combustibile, oltre che al fatto che alcuni costi di Cementir sono espressi in dollari.
Italia – L’addio al Bel Paese consentirà investimenti in aree a maggior redditività
L’Italia ormai, come abbiamo detto, uscirà dal perimetro di riferimento del gruppo romano dopo l’accordo di cessione a Italcementi (controllata da HeidelbergCement) del 100% del capitale sociale di Cementir Italia, incluse le società interamente controllate Cementir Sacci e Betontir (gruppo Cementir Italia). Il valore della transazione è stato di 315 milioni (Enterprise Value). Ricordiamo che, in Italia, Cementir detiene 5 impianti di cemento a ciclo completo e 2 centri di macinazione di cemento, così come il network di terminali e le centrali di calcestruzzo in Italia.
A riguardo Cementir ha voluto cogliere l’opportunità presentatasi, riducendo di fatto l’indebitamento finanziario netto in un colpo solo. A fine 2018 infatti il management prevede che il rapporto indebitamento finanziario netto su Ebitda sarà prossimo a 0,5 volte. Una posizione dunque vantaggiosa che consentirà al gruppo di cogliere altre opportunità di investimento che si dovessero presentare in futuro, su mercati più redditizi.
Asia Pacifico – Spinge la Cina, Malesia momentaneamente in affanno
In Asia i risultati sono stati in lieve calo anche se bisogna distinguere tra il buon andamento dei conti in Cina, compensati però dalle difficoltà in Malesia.
La Cina infatti è andata molto bene, i ricavi sono aumentati del 11,4% a 20,7 milioni, beneficiando soprattutto dell’aumento delle vendite in valuta locale e dell’effetto positivo dei prezzi. L’Ebitda è cresciuta del 19,5% a 4,5 milioni, beneficiato dei maggiori volumi di vendita e dei migliori prezzi nel mercato domestico.
.La Malesia ha visto un ridimensionamento del 14,3% del giro d’affari a 17,2 milioni e del 23,9% dell’Ebitda. Hanno pesato sui conti problemi nell’impianto di produzione per cui si è ridotta la produzione e i volumi di vendita.
Primo semestre 2017 – Ebitda in flessione a perimetro costante
Nel complesso Cementir ha archiviato il primo semestre 2017 con risultati in miglioramento, beneficiando delle acquisizioni conclusesi nel secondo semestre del 2016 che hanno contribuito per 157,5 milioni a livello di ricavi (33,9 milioni relativi a Cementir Sacci e 123,6 milioni al gruppo Compagnie des Ciments Belges) e 16,6 milioni a livello di margine operativo lordo (19,5 milioni di CCB e un rosso per 2,9 milioni di Sacci).
A perimetro costante invece i ricavi sono sostanzialmente rimasti invariati a 473,9 milioni (-1,5% a/a), mentre l’Ebitda a 68,5 milioni, flette del 4,9 per cento. L’Ebit è stabile a 31,7 milioni (-0,3%).
Come abbiamo visto, i ricavi a parità di perimetro, hanno subito l’andamento negativo dei cambi, il calo delle vendite registrate in Turchia e, in misura minore in Malesia, dinamica solo parzialmente compensata dal positivo andamento delle vendite in Danimarca, Norvegia, Svezia, Cina e Italia. Da sottolineare che l’impatto sui ricavi della svalutazione delle principali valute estere rispetto all’euro è stato negativo per 39,1 milioni, pertanto, a cambi costanti, i ricavi sarebbero stati pari a 670,5 milioni.
A parità di perimetro l’Ebitda registra un decremento del 4,9% a seguito del minor risultato conseguito in Turchia e, in misura minore, in Danimarca e Malesia, della svalutazione delle valute estere nei confronti dell’Euro, principalmente della Sterlina egiziana e della Lira turca, in parte controbilanciati da una crescita in Egitto, Italia, Cina e Norvegia. Da sottolineare che, a cambi costanti, il margine operativo lordo sarebbe stato pari a 95,9 milioni (+33,2% a/a).
Infine l’Indebitamento finanziario netto nel primo semestre ammontava a 613,2 milioni (+50,8 milioni sul dato al 31 dicembre 2016). Tale variazione è attribuibile principalmente alle dinamiche del capitale circolante netto, alle manutenzioni annuali degli impianti, effettuate solitamente nei primi mesi dell’esercizio e alla distribuzione dei dividendi per 15,9 milioni intervenuta nel mese di maggio.
Gli obiettivi del Piano Industriale 2017-2019
Come abbiamo sottolineato, il Piano conferma l’ulteriore fase di crescita della società con l’obiettivo di migliorare soprattutto la profittabilità e l’efficienza operativa, concentrando i propri sforzi e competenze sull’integrazione dell’acquisizione belga, sul rafforzamento della leadership nel bianco e sulla generazione dei flussi di cassa.
Doveroso ricordare che i numeri del piano comprendono ancora Cementir Italia e che la multinazionale romana aggiornerà a breve il Piano Industriale, tenendo conto anche dell’ultima operazione di dismissione di tali asset.
Più nel dettaglio, il gruppo prevede di raggiungere nel 2019 1,4 miliardi di fatturato, con una crescita media annua (2016-2019) del 10,8 per cento. Escludendo Cementir Sacci e CCB, che hanno contribuito parzialmente ai risultati del 2016, la crescita media annua dei ricavi al 2019 sarebbe pari a circa il 4%, riconducibile sia alle aspettative per un aumento dei volumi di vendita di cemento e calcestruzzo in tutte le aree geografiche di presenza del gruppo, sia ad un aumento atteso dei prezzi in linea con l’incremento dei mercati di riferimento.
L’Ebitda invece dovrebbe passare da 198 milioni del 2016 ai 260 milioni di fine periodo, con un CAGR nel periodo del 9,5 per cento. Il margine è in lieve flessione, passando dal 19,2% al 18 per cento.
Gli investimenti previsti ammontano a circa 90 milioni annui. Tra i principali target del Piano si evidenzia inoltre la riduzione dell’indebitamento finanziario netto a circa 360 milioni a fine 2019 con una progressiva riduzione del rapporto indebitamento finanziario netto / MOL, che giungerà a 1,4 volte a fine 2019. In realtà con la cessione degli asset italiani, questo risulta essere un punto già realizzato.
Consensus – conferma la crescita attesa dal management
Le stime degli analisti, aggiornate post cessione di Cementir Italia, vedono ricavi in crescita dai 1.030 milioni del 2016 a 1.202 milioni del 2019 con un CAGR del 5,3 per cento. L’Ebitda crescerà del 7,2% annuo passando dai 198 milioni dello scorso anno ai 244 milioni di fine periodo, registrando così una crescita media annua del 7,2 per cento. Nel periodo la redditività salirà di 110 basis point superando il 20 per cento.
Secondo gli analisti l’Ebit vedrà un incremento sostanzioso nel periodo di analisi passando dai 95 milioni del 2016 a 154 milioni stimati nel 2019 (CAGR: +17,5%). Così anche il Ros che balza di 360 punti base al 12,8 per cento. Infine l’indebitamento finanziario scenderà da 562 milioni dello scorso anno a 159 milioni del 2019.
Come si rileva da Bloomberg, di 3 analisti che seguono il titolo, tutti hanno una raccomandazione buy con target price medio a 8,53 euro ed un upside del 18 per cento.
Borsa – Sovraperforma Ftse Star da inizio anno
Dopo il gap up del 20 settembre, con cui di fatti il gruppo romano ha superato il massimo raggiunto nel aprile 2015, i prezzi hanno continuato al rialzo per alcune sedute toccando, il 27 settembre, i 7,57 euro. Livello molto importante perché rappresenta il massimo dal 2007.
Ora i corsi si trovano in una fase di congestione delimitata dal supporto statico in area 6,8 euro e la trend line ribassista di breve periodo. Si vedrà dunque se il titolo avrà la forza di rompere al rialzo la trend line o il supporto statico.
In un ottica di più ampio periodo invece è evidente come il titolo Ytd abbia segnato una delle migliori performance del Ftse Star. Cementir infatti ha guadagnato circa il 70% sovraperformando il listino di riferimento del 29 per cento, passando da 4,2 euro a 7 euro. Più nel dettaglio i prezzi, dopo aver rotto la trend line ribassista di lungo periodo (in rosso) all’inizio del 2017, hanno avviato quel forte trend rialzista che ha consentito al titolo di raggiungere i su citati massimi.
Se allunghiamo il periodo di analisi ai 5 anni Cementir ha guadagnato il 362% sovraperformando il Ftse Star del 113 per cento. Ma c’è molto di più perché, nello stesso periodo, il titolo della multinazionale romana ha battuto i principali competitor Buzzi Unicem, Titan Cement e Vicat. In particolare, in ordine, Cementir ha sovraperformato del 223% la peer italiana, del 330 la società greca e del 308% la francese.
Criticità – Svalutazione valute e mercato turco
Le principali criticità per il gruppo romano rimangono quelle legate ad una società multinazionale. In particolare la svalutazione della valuta locale di alcuni Paesi dove Cementir detiene fette anche importanti di fatturato possono ledere ai conti della società.
In primis sono le possibili fluttuazioni della Lira turca e della Sterlina egiziana sull’euro che possono impattare i risultati societari, come già successo in passato.
Per esempio, senza andare troppo lontano, così è successo in questo primo semestre 2017. Per quanto riguarda la valuta egiziana, da quando nel mese di novembre 2016, la Banca Centrale egiziana ha annunciato la decisione di lasciare fluttuare liberamente la Sterlina egiziana, questa si è svalutata notevolmente. Trend proseguito anche nel primo semestre dell’anno, fatta eccezione che per il mese di febbraio, con ripercussioni sui conti semestrali in termini di ricavi. Nonostante infatti i ricavi in valuta locale siano balzati del 63%, la forte svalutazione della lira egiziana ha fatto si che il semestre si chiudesse con fatturato in calo del 21,5 per cento.
Discorso simile anche per la Lira turca. Verso la fine dello scorso anno (ottobre 2016) è cominciata una forte svalutazione della valuta nazionale turca sull’euro che naturalmente ha impattato i conti della società italiana. Nel primo semestre 2017 infatti la Lira turca si è svalutata del 21%, rispetto al cambio medio del primo semestre dello scorso anno.
La Turchia inoltre rappresenta un problema anche perché è un mercato molto frammentato e competitivo, cosa che si può tradurre in una forte pressione al ribasso sui prezzi.