Gedi – Perdita netta a 151,2 mln per contenzioso fiscale nel 3Q 2017

Gedi archivia il terzo trimestre del 2017 con una crescita dei principali aggregati operativi consolidati. Nel dettaglio, i ricavi del gruppo pari a 152,7 milioni, si sono incrementati del 16,2% rispetto al pari periodo del 2016; a parità di perimetro di consolidamento, e cioè scorporando le attività cedute (le testate locali Alto Adige, Il Trentino, Il Centro, La Città di Salerno, La Nuova Sardegna) e includendo Itedi acquisita nel giugno 2017, il fatturato ha segnato un calo del 3,3 per cento. Un calo riconducibile al perdurare delle dinamiche negative del settore sia in termini di diffusione che di raccolta pubblicitaria.

In progresso l’Ebitda, che si esprime in 11,3 milioni, contro 8,9 milioni a fine settembre 2016 e in aumento del 13% a parità di area di consolidamento). Un andamento che si amplifica a livello di Ebit, che balza a 6,8 milioni (+38,8% rispetto all’ammontare del 2016 a perimetro costante), grazie alla riduzione degli ammortamenti e altre svalutazioni.

L’utile ante imposte mette a segno un progresso di circa il 44% a 4,6 milioni, grazie anche alla minor perso degli oneri finanziari netti.

Il conto economico si chiude con una perdita netta di 152,2 milioni, un importo che recepisce 156 milioni di imposte al cui interno si saldano 154,4 milioni di oneri fiscali derivanti dalla definizione del contenzioso fiscale riferito a contestazioni antielusive nell’ambito dell’operazione di riorganizzazione societaria del Gruppo L’Espresso realizzata nel 1991 attraverso l’incorporazione di Editoriale La Repubblica.

La perdita derivante dalla definizione di suddetto contenzioso registrata al 30 settembre 2017, pari a 154,5 milioni, trova integrale copertura nelle riserve disponibili di patrimonio netto, senza intaccare in alcun modo il capitale sociale.

Si segnala che l’adesione comporta per la società il pagamento di un importo pari a 175,3 milioni, di cui 70,1 milioni versati il 2 ottobre 2017, 70,1 milioni da versarsi entro il 30 novembre e i restanti 35,1 milioni entro il 30 giugno 2018.