Seduta ancora positiva per la grande maggioranza degli indici americani che chiudono, tuttavia, lontani dai massimi intraday e non riescono a mettere a segno l’ennesimo record.
Contagiati dall’entusiasmo dei listini europei in apertura, il Dow Jones si lancia verso nuovi massimi ma limita il guadagno allo 0,3%. Più modesto l’avanzamento dello S&P500 e del Russell 2000, entrambi in crescita di un decimo di punto percentuale, mentre il Nasdaq registra la stessa variazione ma in discesa.
Tenuta per il VIX che chiude poco mosso a 11,30 (+0,6%).
Le affermazioni di Draghi hanno spinto al ribasso i rendimenti dei titoli governativi europei ma non quelli statunitensi il cui TBond guadagna altri due basis points al 2,46%.
La politica monetaria della BCE, ancora pesantemente espansiva, affossa l’euro che scivola a 1.165 rispetto al biglietto verde. La debolezza del dollaro favorisce, al contrario, un nuovo allungo del petrolio che sale a 52,60 dollari al barile.
In after hours, una batteria significativa di società ha pubblicato le proprie trimestrali. In evidenza i big del settore tecnologico che battono facilmente le attese e mettono a segno corposi guadagni
Nel mercato serale, Google (+2,8%) registra il suo nuovo massimo storico, Amazon (+6,5%), Microsoft ed Intel in salita di un punto percentuale.
Tra i peggiori cali, invece, Mattel (-17%) e Baidu (-10%).
Sul fronte macroeconomico, la discesa inaspettata delle scorte al dettaglio ed il rallentamento della crescita di quelle all’ingrosso nel mese di settembre minacciano la crescita del Pil del terzo trimestre, ma il dato viene considerato da Wall Street influenzato dai due forti uragani che hanno colpito la parte meridionale del continente americano tra agosto e settembre e non penalizza il mercato azionario.