Il temuto crollo di Mps in Borsa non c’è stato. A tre giorni dalla riammissione dei titoli agli scambi sul listino dopo uno stop durato 10 mesi, le azioni cedono in modo composto l’1,4% a 4,6 euro.
Molto ridotti i volumi degli scambi scesi a 3,2 milioni di titoli, a testimonianza che chi voleva liberarsi dei titoli con urgenza l’ha fatto nelle prime due giornate di ritorno agli scambi. Mercoledì, infatti, sono passati di mano 50 milioni di pezzi (pari a circa il 4,5% del capitale) e ieri sono stati trattati 12 milioni di titoli.
A questi livelli le azioni quotano al di sopra delle attese del mercato che si aspettava una valorizzazione dei titoli pari a circa 4,3 euro per azione, prezzo su cui tuttavia incombeva il rischio di pressioni da parte delle vendite di chi voleva chiudere la partita, dopo avere visto il proprio investimento congelato per poco meno di un anno.
Quello che si può osservare è che anche agli attuali prezzi i titoli sono molto al di sotto rispetto alle quotazioni storiche.
L’ultimo prezzo segnato lo scorso 22 dicembre, pari a 15,08, rappresentava già una perdita di valore di oltre l’80% negli ultimi 12 mesi. I 4,6 euro a cui quota oggi sono meno di un terzo di tale prezzo.
Di fronte alla possibilità di incassare una cifra così risicata rispetto al proprio investimento, il ragionamento seguito da molti azionisti è quello di aspettare e vedere se avrà successo l’operazione di rilancio della banca che, nonostante le incertezze, si presenta oggi ripulita dalle sofferenze e con lo Stato come socio di maggioranza.