Falck Renewables – A dicembre l’update del piano industriale

Il gruppo milanese si prepara ad archiviare un 2017 superiore alle aspettative e con questo viatico lavora all’aggiornamento del piano industriale in cui è prevedibile un’accelerazione rispetto agli obiettivi presentati un anno fa. Saranno confermati i pilastri strategici: dalla diversificazione geografica, all’aumento dell’esposizione al solare transitando per lo sviluppo dei servizi. Il tutto con una forte attenzione alla sostenibilità di un modello di business che vedrà una redditività crescente accompagnata da una struttura patrimoniale solida. 

Falck Renewables si prepara a chiudere l’esercizio in corso con ricavi ed Ebitda in aumento così come il risultato netto, mentre l’esposizione finanziaria scenderà a parità di perimetro, anche se potrebbe registrare una crescita marginale qualora venga formalizzata l’acquisizione negli Stati Uniti. Progetto perseguito nell’ambito degli investimenti dedicati allo sviluppo.

Sforzi fra i quali è doveroso citare quelli indirizzati alla diversificazione geografica e all’aumento dell’incidenza della produzione di energia elettrica da fonte solare. Due dei quattro pilastri sui quali si baserà anche l’aggiornamento del piano che verrà illustrato fra poche settimane al mercato. Documento a cui sta lavorando lo staff che affianca Toni Volpe al vertice della multinazionale milanese.

Gruppo presente in 24 Paesi del globo con oltre 2.600 MW di capacità installata di cui 858 di proprietà ed i restanti in “gestione”. Più in particolare, Falck Renewables può contare su siti di proprietà per complessivi 858 MW (incluse le partecipazioni di minoranza) ubicati in Italia, Regno Unito, Spagna e Francia.

Dimensione destinata a salire nel prossimo triennio di oltre 270 MW in quanto nei prossimi mesi saranno avviati i lavori sulle nuove iniziative acquisite in Svezia e Norvegia, e dovrebbero essere  consolidati i risultati relativi all’acquisizione dell’impianto solare negli Stati Uniti.  Il tutto senza considerare gli altri progetti in fase di sviluppo a più lungo termine a cui sono abbinati altri impianti per circa 200 MW dislocati prevalentemente nell’Europa del Nord così come illustrato nel piano industriale presentato lo scorso novembre.

Ma c’è pure altro in quanto Falck Renewables può contare su molte altre presenze nel mondo poiché la controllata Vector Cuatro gestisce per conto terzi altri 1.800 MW ubicati in Paesi più “remoti” tra cui Giappone, Messico, Cile, Dubai e Sud Est asiatico. Ricordiamo che Falck é quotata a Milano nel segmento Star e uno dei protagonisti europei nella generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili con una produzione di oltre due miliardi di kWh all’anno.

Un gruppo che sotto la guida di Toni Volpe ha avviato una trasformazione radicale anche sul versante della comunicazione e del rapporto con il mercato finanziario a cui nel 2016, a meno di 10 mesi dalla nomina come amministratore delegato, ha illustrato il primo piano industriale nella storia recente dell’azienda.

Un documento che fra poche settimane vedrà il suo primo aggiornamento nel quale saranno incorporati i successi raggiunti in questi 12 mesi; periodo nel quale l’azienda ha superato quasi tutti i target di MW creando le condizioni per poter accelerare rispetto gli obiettivi presentati un anno fa.

Progetti di valenza assoluta, “anche se il nostro team ha già posizionato il focus sulla Commissione europea, i cui lavori dovranno fissare quanto prima le regole alle quali tutti gli operatori dovranno adeguarsi nel decennio 2020-2030. Progetto a cui – aggiunge Volpe – tutti gli operatori sono chiamati a dare il loro contributo poiché nel nuovo piano saranno incorporati i target che l’Europa si darà in termini di fonti, inquinamento e gestione delle co2”.

Ma torniamo ai risultati economici per ricordare che Falck Renewables ha chiuso il primo semestre con margini stabili ad oltre il 55% poiché i ricavi sono aumentati di quasi il 10% a 141 milioni ed un progresso analogo è stato messo in luce dall’Ebitda, collocatosi oltre i 78 milioni. Trend destinato a confermarsi in ragione d’anno e poi a consolidarsi nel prossimo biennio.

Il 2017, secondo il consensus di mercato dovrebbe infatti presentare un Ebitda margin al di sopra del 50% con ricavi attesi nell’intorno dei 270 milioni e un margine operativo lordo al di sopra dei 135 milioni. Il conto economico dovrebbe infine chiudersi con utili in progresso a 10 milioni, mentre l’esposizione finanziaria netta dovrebbe collocarsi a 650 milioni compresi dei primi esborsi per gli investimenti futuri. Dinamica analoga a quella attese per il 2018 in quanto il prossimo anno il fatturato dovrebbe fissarsi al di sopra dei 280 milioni con Ebitda oltre i 140 milioni e margini stabili sopra il 50 per cento.

Risultati derivanti dallo sviluppo organico e con un impatto ancora limitato delle numerose iniziative previste dal piano anche sul fronte dell’efficienza, mentre l’apporto delle nuove acquisizioni dovrebbe emergere a partire dalla seconda parte del 2019 e negli anni successivi quando entreranno in esercizio ed a regime i nuovi impianti in costruzione (Norvegia e Svezia) e già operativi (USA) per oltre 270 MW. 

Risultati accolti con favore dal mercato e dagli operatori, che hanno apprezzato anche il rispetto degli impegni assunti dal nuovo Ceo nei confronti delle esigenze degli investitori.

Iniziative ben riflesse nella valutazione degli analisti, che a larga maggioranza suggeriscono di acquistare, oltreché nella performance di un titolo che nel 2017 ha sovra-performato e si è dimostrata la migliore fra le utility.

Toni Volpe, Ceo di Falck Renewables, illustra le priorità strategiche

“Accelerare la diversificazione geografica, salvaguardando comunque il focus sull’Europa e sugli Stati Uniti, aumentare il peso del solare, anche per ridurre la sovraesposizione all’eolico, e rafforzare le attività di servizio a terzi tramite la controllata Vector Cuatro”. Iniziative a cui sono abbinate quelle “sinergie nei percorsi di sviluppo che permetteranno di salvaguardare, consolidandoli, gli attuali livelli di redditività abbinati ad un modello di business la cui sostenibilità si rafforzerà progressivamente”

Sono queste, come sottolinea Toni Volpe, amministratore delegato di Falck Renewables dal febbraio del 2016, “le priorità strategiche a cui ci stiamo dedicando nel rispetto del piano industriale al 2021 presentato lo scorso anno al mercato”.  Un documento “messo a punto nei mesi successivi al mio arrivo e che abbiamo iniziato subito ad implementare con determinazione come testimoniano i risultati raggiunti, superiori in termini di MW nel 2017 con la possibile chiusura dell’operazione in North Carolina, ai target che ci eravamo dati”.

Risultati grazie ai quali, aggiunge Volpe sull’argomento, “potremo lavorare con più serenità alla messa a punto del piano nel quale saranno incorporati i numeri raggiunti e l’aggiornamento del contesto di mercato nel quale operiamo. Il tutto nel rispetto del mandato finalizzato a consolidare il nostro ruolo fra i generatori globali di energia da fonti rinnovabili e migliorare progressivamente efficienza e redditività”.

L’aggiornamento del piano industriale – le conferme e le novità

L’appuntamento per la presentazione dell’aggiornamento del piano, prosegue Volpe, “rappresenterà inoltre la conferma di un evento che rappresenterà una costante del nostro futuro e un passo importante per consolidare, rafforzandola, una sempre più accentuata apertura alle necessità dei mercati finanziari anche sul versante della visibilità e della comunicazione”.

Questo per il semplice fatto che noi, aggiunge il Ceo di Falck Renewables, “ci troviamo nella condizione ottimale per condividere con il mercato sia i piani industriali sia la loro execution, aggiornando costantemente e puntualmente gli operatori sulle numerose iniziative che stiamo realizzando”.

Ed i passi compiuti non sono poca cosa in quanto, completa il Ceo di Falck Renewables, “ci hanno permesso di centrare, superandoli, le milestones che ci eravamo dati per il 2017 e rendere sempre più sostenibile un modello di business che ci permetterà di aumentare ancora di più la diversificazione geografica e conseguire una maggiore esposizione al solare accanto allo sviluppo delle attività di servizio a terzi anche per poter sviluppare quelle sinergie di scopo grazie le quali studiare nuovi mercati”.

I target del piano industriale al 2021 – crescita e diversificazione

Ma procediamo con ordine ricordando che, come sottolinea Volpe, “il piano al 2021 attualmente in fase di esecuzione prevede uno sviluppo di circa 480 MW della capacità installata, che a fine piano dovrebbe raggiungere quota 1.300 MW con una presenza sempre più forte in Nord Europa e l’ingresso in Usa. Capacità a cui si affiancano quelle gestite per conto terzi, attualmente prossime ai 1.800 MW e caratterizzate da una crescita accelerata”.

Il secondo pilastro del business plan al 2021 “è rappresentato dall’incremento del ruolo della produzione di energia elettrica da fonte solare, che presto dovrebbe varcare la soglia dei 100 MW proprio grazie alle acquisizioni americane, mentre fino a pochi giorni or sono il loro peso era poco più che simbolico poiché rappresentava meno di 16MW rispetto agli oltre 800 MW in esercizio. Capacità espressa per la quasi totalità dagli impianti eolici”.

Un business, quello del rinnovabile e più nello specifico dell’eolico, nel quale la multinazionale milanese è entrata all’inizio del nuovo millennio in UK, “ove sono state sperimentate e messe a punto anche quelle forme particolarmente avanzate sul fronte della relazione con il territorio e le popolazioni locali. Realtà il cui coinvolgimento è stato progressivamente esteso anche agli aspetti economici per ampliare sempre più il livello di sostenibilità del modello di business di Falck Renewables”.

Di rilievo assoluto anche il tema della redditività poiché il piano al 2021 prevede, ricorda il capo azienda, “di aumentare la profittabilità attraverso un’ulteriore crescita dell’efficienza operativa, con annessa riduzione del 15% delle O&M per MW”. Ma c’è pure altro in quanto, completa il Ceo sull’argomento, “aumenteremo del 52% la capacità installata mantenendo pressoché costante l’organizzazione”. Scelte grazie le quali “potremo ridurre di circa il 30% a 21mila euro il rapporto spese generali e amministrative per MW”.

La diversificazione, puntualizza il Ceo di Falck Renewables, “si conferma un asse centrale come testimoniano le numerose operazioni formalizzate in questi mesi a partire dalla Svezia e dall’Olanda, oltreché dalla Norvegia e dai citati Stati Uniti, in via di perfezionamento”. Quattro operazioni con le quali “abbiamo consolidato la diversificazione, ma raggiunto anche un primo ribilanciamento delle fonti con più spazio per il solare.

I target al 2021 – Il ruolo dei servizi a terzi tramite Vector Cuatro

Il terzo pilastro del piano al 2021 “è rappresentato dall’area dei servizi e di gestione per conto terzi degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili attraverso la controllata Vector Cuatro”.

Attività tramite la quale, ricorda il Ceo di Falck Renewables, “gestiamo quasi 1.800 MW di impianti alimentati da fonti rinnovabili nel mondo e quindi con presenze esterne alle nostre due aree core; Europa ed Usa”. Più in particolare, prosegue Volpe, siamo presenti in circa 24 Paesi con impianti importanti in Messico e Cile oltreché in Giappone, Dubai e Sud Est asiatico solo per citare l’ubicazione dei più significativi.

Un business caratterizzato da bassi investimenti strumentali (un ufficio e poco più) ma un numero elevato di risorse umane dedicate. Attività, precisa il Ceo, “con bassi rischi e un discreto ritorno reddituale. Caratteristiche grazie le quali rafforzare sempre più le nostre competenze e capacità operative, sviluppando pure quelle sinergie di scopo che ci consentiranno di creare le condizioni per ampliare progressivamente anche le aree ove sarà possibile operare con impianti diretti”.

Da rilevare infine che, come sottolinea il piano al 2021, “i servizi a terzi gestiti tramite Vector Cuatro contribuiranno in maniera crescente all’utile netto di gruppo, raggiungendo a fine piano il 4,4% sul totale merito anche la gestione degli asset eolici”.

La crescita in Nord Europa e lo sviluppo in Nord America

Un quadro di riferimento in pieno divenire come testimoniano “le iniziative di sviluppo attuate in Svezia ove abbiamo acquisito due società titolari di due progetti per una capacità complessiva di circa 115 MW. Due parchi eolici ubicati nel comune di Ӧrnskӧldsvik, sulla costa orientale della Svezia a circa 500 km a nord di Stoccolma”.

Siamo inoltre entrati “nel mercato olandese attraverso un accordo con Kemperman & Partners Projecten B.V. (K&P), consolidato sviluppatore locale di Dronten (NL) attivo nel settore eolico dal 2002. L’accordo prevede il co-sviluppo di una pipeline iniziale di circa 150 MW  con l’obiettivo di entrata in esercizio nel lungo periodo, nonché l’individuazione di nuove opportunità nel settore eolico on-shore e nel solare nei Paesi Bassi”. Target con i quali compiere ulteriori passi nella strategia di diversificazione geografica e sviluppo del solare.

Strategia al cui interno, prosegue il Ceo di Falck Renewables, “si colloca anche l’acquisizione dell’80% di Vestavind Kraft che detiene due progetti eolici approvati in Norvegia – a Hennøy e Okla – per una capacità complessiva di circa 70 MW”.

La quarta operazione “si è invece formalizzata negli Usa con Canadian Solar per l’acquisizione del 99% di un progetto nel fotovoltaico per una capacità complessiva di 92MW, situato in North Carolina. Il prezzo stabilito è di circa 43 milioni di dollari soggetti ad un adeguamento al closing, previsto per la fine del mese di novembre e soggetto ad alcune condizioni sospensive”.

I risultati a giugno – aumentano Ebitda e ricavi. Migliora la redditività operativa

I dati semestrali mettono in luce i primi effetti delle iniziative descritte anche se per l’entrata a regime sarà necessario attendere l’avvio operativo della pipeline. I ricavi a giugno sono comunque aumentati di quasi il 10% a 141 milioni ed un trend analogo è stato messo in luce dall’Ebitda (+9,6% ad oltre 78 milioni) permettendo quindi ai margini reddituali di confermarsi al di sopra del 55 per cento.

Ancora meglio i risultati operativi poiché l’Ebit è aumentato del 23% a quasi 44 milioni e tale andamento ha permesso di alzare l’asticella della redditività poiché il Ros (Ebit/ricavi) è migliorato di oltre tre punti superando il 31 per cento. E ciò merito anche ai minori ammortamenti per 1,3 milioni in seguito all’aggiornamento della vita utile degli impianti eolici e fotovoltaici effettuato da periti indipendenti tenuto conto dei vincoli contrattuali attuali.

È opportuno comunque ricordare che il risultato operativo incorpora anche l’accantonamento di 3,8 milioni per adeguamento dei futuri oneri per interventi di manutenzione straordinaria relativi alla controllata Ecosesto. Oneri parzialmente compensati dai ricavi per 1,8 milioni correlati al contributo ex Lege 488.

Scendono i debiti e si riduce il costo

L’esposizione finanziaria flette da 562 a 541 in quanto i 30 milioni di cassa sono stati assorbiti per circa 15 milioni dai dividendi pagati e per altri 11 milioni dagli investimenti netti, aumentati di ben oltre il 30% con capacità installata aumentata di 36 MW a quota 858 MW. Nel contempo il deprezzamento della sterlina ha avuto un effetto positivo per circa 8 milioni che si somma ai 9 milioni circa connessi al fair value dei derivati.

Positiva anche l’evoluzione del costo del debito, che si riduce leggermente grazie alla rinegoziazione di alcuni project financing ed al citato minore indebitamento. Questi effetti hanno più che compensato la riduzione degli interessi attivi sulle giacenze di liquidità a fronte dell’incremento dell’ammontare dei project financing e l’incremento del debito a fair value dei Royalty instruments che risente dell’effetto dei futuri prezzi dell’energia elettrica previsti in aumento nel Regno Unito.

Le proiezioni 2017 e 2018 

La dinamica che ha contraddistinto l’esercizio in corso dovrebbe confermarsi in questo ultimo scorcio d’anno consentendo al gruppo di archiviare il 2017 con margini stabilmente al di sopra del 50% poiché i ricavi sono attesi nell’intorno dei 270 milioni e l’Ebitda al di sopra dei 136 milioni.

Il conto economico dovrebbe infine chiudersi con utili in progresso a 10 milioni, mentre l’esposizione finanziaria netta dovrebbe collocarsi a 650 milioni. 

Dinamica analoga a quella attese per il 2018 in quanto il prossimo anno il fatturato dovrebbe fissarsi al di sopra dei 283 milioni con Ebitda a circa 143 milioni e margini stabili sopra il 50 per cento.

Risultati derivanti dallo sviluppo organico e con un impatto ancora limitato delle numerose iniziative previste dal piano anche sul fronte dell’efficienza, mentre l’apporto delle nuove acquisizioni dovrebbe emergere a partire dalla seconda parte del 2019 e durante il 2020 quando entreranno in esercizio ed a regime i nuovi impianti per circa 185 MW che verranno realizzati in questi 24 mesi e il consolidamento dei risultati dell’impianto solare in USA per circa 92MW (una volta soddisfatte le condizioni sospensive).

Lo scenario di medio termine e le aspettative sul lungo

I generatori di energia da fonti rinnovabili si trovano ad agire in uno scenario di medio termine sostanzialmente positivo. Questo anche perché tutte le principali variabili, salvo sorprese, dovrebbero confermarsi positive a partire dai tassi di interesse particolarmente contenuti, anche se non è pensabile possa ripresentarsi quello con tassi negativi.

Riflessioni analoghe si possono estendere alle condizioni del costo dell’energia il cui prezzo nel lungo periodo non è detto sia destinato a salire ed agli scenari del costo di quelle materie prime che possono avere impatti sulla redditività dei produttori di energia rinnovabile.

Lo scenario invece si complica quando l’analisi si colloca sul lungo termine, anche se i timori sono mitigati dal permanere di quelle condizioni di base che dovrebbero portare a salvaguardare quelle scelte sull’ecologia che hanno portato a favorire lo sviluppo di fonti sostenibili accanto al progressivo abbandono di fonti particolarmente inquinanti come carbone prima e petrolio poi.

In ogni caso, però, permane una certa incertezza sulle misure che verranno adottate in Europa e nel mondo sul tema del trattamento delle fonti rinnovabili e della Co2, mentre proseguono a ritmi serrati i progressi tecnologici e quindi di costo/efficienza sul fronte dei nuovi impianti, che così aumentano le possibilità di ridurre progressivamente gli incentivi ed estendere l’utilizzo di quelle sostenibili e meno inquinanti.

Borsa – una sovra-performance da primato

In poco meno di 10 mesi le quotazioni di Falck Renewables hanno portato a casa una performance borsistica di oltre il 54% da inizio anno registrando così il maggiore rialzo all’interno del Ftse Italia Servizi Pubblici.

A dare una spinta ai corsi dei titoli del gruppo guidato da Volpe le ultime due trimestrali, che hanno mostrato risultati in crescita e superiori alle attese, ma anche le acquisizioni all’estero annunciate nel corso dell’estate.

È poi doveroso ricordare l’effetto delle operazioni di M&A nel settore eolico in Europa, effettuate sulla base di multipli impliciti che hanno evidenziato la sottovalutazione degli asset di Falck Renewables rispetto a quelli oggetto di transazioni.

“Nonostante la decisa correzione registrata nella prima metà di ottobre, le quotazioni dei titoli del gruppo di Sesto San Giovanni rimangono non lontane dal massimo del 2017 a 1,665 euro, un livello mai raggiunto post consolidamento di tutte le attività del gruppo Falck nella società quotata avvenuto a marzo 2011”.

Analisti – il buy resta dominante

Banca Akros mantiene il buy con target price a 1,75 euro anche perché gli analisti si attendono, in sede di presentazione del nuovo business plan, una revisione al rialzo dei target indicati lo scorso anno grazie anche al contributo delle ultime acquisizioni negli Stati Uniti e nel Nord Europa. Operazioni che hanno spinto a includere nelle nuove stime la maggiore capacità installata e quindi anche la revisione del prezzo obiettivo da 1,60 a 1,75 euro con la conferma del rating Buy. È doveroso rilevare che sulla base del nuovo target la capacità installata del gruppo (comprensiva del contributo di Stati Uniti, Svezia e Norvegia) è valutata 1,25 milioni di euro per MW; valore considerato conservativo.

Kepler Cheuvreux aumenta il prezzo obiettivo da 1,5 a 1,6 euro, ma reduce la raccomandazione passando da buy a hold il 4 ottobre in quanto dopo il rally borsistico registrato a settembre le quotazioni hanno un limitato potenziale rialzista. La crescita attesa riflessa nelle proiezioni dei risultati economici futuri, comprensiva anche del contributo delle recenti operazioni di M&A all’estero, insieme alle aspettative per il prossimo piano industriale atteso per il 12 dicembre, sembra essere già incorporata dagli attuali corsi dei titoli a piazza Affari.

Equita rilancia il buy con target a 1,53 euro giudicando positivamente le recenti acquisizioni negli Stati Uniti e in Canada in quanto dimostrano la capacità del management di diversificare all’estero con nuove opportunità di sviluppo, in linea con le indicazioni del piano strategico. Sul fronte dei numeri in sede di semestrale il gruppo ha modificato la politica di ammortamento, allungando la vita utile degli impianti da 20 a 22,5 anni in media, con effetti positivi sulla relativa voce sotto il margine operativo lordo. Poiché, la media dell’industria è di 25-30 anni, ci sono spazi per un ulteriore estensione con conseguente impatto positivo sull’utile.

Criticità – le incertezze si mantengono elevate 

La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in particolare eolico e solare, non è programmabile in quanto è legata alle condizioni atmosferiche. I ricavi potrebbero risentire negativamente  della scarsa ventosità nei paesi dove il gruppo è presente non supportata da un significativo aumento dei prezzi di cessione dell’energia elettrica, dell’ampliamento del perimetro dal prezzo dell’energia ed in Italia dal fatto che i certificati verdi seguono con un anno di ritardo gli adeguamenti del prezzo dell’energia.

La capacità installata nel Regno Unito, pari a 413 MW, è quasi la metà del totale e nella prima metà del 2017 ha generato il 46,8% dell’Ebitda consolidato. Il protrarsi dell’incertezza sui negoziati tra Londra e Bruxelles sulla modalità della Brexit ovvero un esito negativo di queste trattative, accompagnato dal peggioramento del quadro macroeconomico del Regno Unito, potrebbe avere ulteriori ripercussioni negative sulla sterlina con conseguente impatto negativo sul conto economico. L’indebolimento della moneta dell’Oltremanica avrebbe comunque un effetto positivo sul debito finanziario relativo agli impianti britannici.

Gli eventuali programmi di sviluppo negli Stati Uniti potrebbero essere ostacolati dalla possibile introduzione da parte dell’amministrazione Trump di regole, lasciate comunque in gran parte alla giurisdizione dei singoli Stati, penalizzanti per i produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili.