Unicredit – Apertura debole a Piazza Affari

Unicredit ha avviato le contrattazioni all’insegna del ribasso questa mattina a Piazza Affari, per i timori legati al focus posto dalla Bce sul progetto Fino.

Le azioni dell’istituto guidato da Jean Pierre Mustier lasciano sul terreno alle 9:15 lo 0,7% a 16,79 euro, contro un indice di settore flat, per poi ridurre il calo allo 0,2% alle 9:45.

La notizia, secondo rumor non confermati, è che l’organo di vigilanza di Francoforte abbia chiesto alla banca di piazza Gae Aulenti informazioni di dettaglio sulle condizioni di cessione del portafoglio da 17,7 miliardi a Fortress e Pimco per un prezzo dichiarato pari al 13% del valore nominale.

La dismissione rappresenta l’architrave dell’operazione di pulizia degli asset deteriorati varata dal manager francese.

Nel dettaglio, la Bce vuole verificare se il prezzo dichiarato non includa anche delle commissioni che la banca italiana pagherebbe agli acquirenti per gestire i crediti deteriorati nei prossimi anni, fee che andrebbero decurtate dal prezzo. Se effettivamente fosse stabilito che il reale valore della transazione è inferiore al previsto, secondo Bloomberg, potrebbero essere previsti accantonamenti aggiuntivi rispetto a quanto già stanziato.

Il fatto che le fee pagate agli acquirenti siano incluse nel prezzo rappresenta una prassi abbastanza normale per questo tipo di transazioni, ma, nota l’agenzia Usa, in questo caso l’ammontare potrebbe essere eccessivo rispetto al servizio offerto.

COMMENTO

La riduzione dei crediti deteriorati che ha portato a una netta contrazione delle rettifiche su crediti rappresenta la spina dorsale del piano di rilancio di Unicredit.

Nel terzo trimestre 2017 le rettifiche su crediti sono scese a 598 milioni, contro i 977 milioni dell’analogo periodo 2016. Bisogna ricordare tuttavia che anche un eventuale accantonamento straordinario sull’operazione Fino, ventilato da Bloomberg, rimarrebbe un one-off e non determinerebbe una tendenza sulle rettifiche future dell’istituto.

Nel terzo trimestre il risultato lordo di gestione è stato pari a pari a 1,8 miliardi, una cifra che lascia spazio alla possibilità di assorbire anche eventuali accantonamenti eccezionali.