Entro fine 2018 o al più tardi nel corso del 2019, è ormai certo che vedrà la luce la quotazione di Eataly, la catena di distribuzione alimentare di alta gamma fondata da Oscar Farinetti e di cui Tamburi, che curerà l’Ipo, è azionista al 20%.
Il fondatore ha poi aggiunto “mi piacerebbe che il 30% andasse in mano a famiglie italiane” e si è augurato che il Cda prenda la decisione di andare in borsa a Milano e non a New York.
Anche Andrea Guerra, presidente esecutivo, ha sottolineato che “nel Cda di oggi abbiamo formalmente rideciso ciò che abbiamo detto e su cui stiamo lavorando da tempo, ovvero la decisione di aprire il capitale di Eataly a terzi con la via maestra della Borsa con una quota che sarà probabilmente tra il 30 e il 35 per cento”.
Guerra ha poi fatto il punto sui risultati economici di Eataly che ha chiuso l’anno scorso “a 380 milioni di ricavi e dovremmo chiudere quest’anno appena a sotto i 500 milioni di euro. L’Ebitda dovrebbe essere tra 20 e 25 milioni di euro dopo che l’anno scorso ha chiuso molto prossimo allo zero, includendo tutte le spese avute per le operazioni di apertura”.