Campari – L’utile ante imposte balza a 129,8 mln nel 3Q 2017

Nel terzo trimestre 2017 il gruppo realizza ricavi pari a 431,2 milioni, in calo dell’1,2% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.

Per contro, crescono sia l’Ebitda adjusted (+6,9% a 107,6 milioni) sia l’Ebit adjusted (+7,2% a 93,9 milioni), grazie al mix favorevole dei prodotti a maggiore marginalità venduti e nonostante ammortamenti aumentati del 4,6% a 13,7 milioni.

La gestione finanziaria passa da -45,5 milioni a -7,4 milioni, dove nel 2016 era stata appesantita da differenziali di riacquisto obbligazioni. I proventi/oneri non ricorrenti passano da un importo negativo di 13,1 milioni ad uno positivo per 43,2 milioni, principalmente grazie alla plusvalenza derivante dalla cessione dei Carolans e Irish Mist, al netto dei costi di transazione e dei progetti di ristrutturazione.

Tutto ciò si riflette sull’utile ante imposte che passa a 129,8 milioni dai precedenti 29,1 milioni.

Dal lato patrimoniale l’indebitamento finanziario netto si attesta a 1.079,8 milioni, in calo di 173 milioni rispetto a fine giugno 2017.

Nonostante le incertezze a livello macroeconomico e politico che potranno caratterizzare alcune aree del mondo nella restante parte dell’anno, il management mantiene sostanzialmente invariate le previsioni per il periodo, rimanendo fiducioso circa il conseguimento di una performance positiva nell’anno.

Un andamento che potrà essere trainato dalla continua sovra performance delle marche a priorità globale e regionale a elevata marginalità.

La marginalità lorda e quella operativa netta potranno beneficiare rispettivamente del mix favorevole delle vendite e della progressiva normalizzazione degli investimenti pubblicitari e dei costi di struttura.

Effetti che potranno derivare inoltre dal graduale rilascio di efficienze generate dall’integrazione di Grand Marnier e dal completamento degli investimenti nel rafforzamento delle nuove strutture distributive.

Infine, l’effetto perimetro rifletterà la cessione di vari business non-core e a bassa marginalità, con un impatto negativo stimato pari a circa 25 milioni sulle vendite
nette e a circa 10 milioni sul risultato della gestione corrente nel quarto trimestre 2017. Impatti che sono previsti salire nel 2018 a circa 50 milioni e a circa 15 milioni su suddetti aggregati, includendo l’effetto residuale delle cessioni avvenute nel 2017 nonché il venir meno del contributo del business Lemonsoda.

L’impatto negativo dei cambi, trainato dal progressivo rafforzamento dell’euro nei confronti del dollaro Usa, è stimato in 30 milioni sulle vendite e 6 milioni sul risultato della gestione corrente nel quarto trimestre 2017. Per il 2018 l’effetto su suddetti aggregati è atteso rispettivamente pari a 30 milioni e a 10 milioni.

Infine, il management si attende per la fine del 2017 un’ulteriore riduzione dell’indebitamento finanziario, beneficiando della liquidità introitata dalle cessioni di business non-core e di attività immobiliari, oltre che dal sostenuto flusso di cassa generato dalla gestione caratteristica consolidata.