Ottimo l’andamento delle commissioni nette (+18% a 69,7 milioni) e del margine di interesse (+8% a 67,4 milioni) nel terzo trimestre 2017 per Fineco. L’effetto combinato delle due grandezze ha portato il margine d’intermediazione a toccare 148,3 milioni (+12,5% rispetto allo stesso periodo del 2016). L’utile netto cifra in 47 milioni, in crescita del 5,3% rispetto al primo trimestre 2016. Escludendo però le poste non ricorrenti, il risultato netto normalizzato si attesterebbe a 52,7 milioni (+18% rispetto al periodo di confronto).
Nel terzo trimestre 2017, per Fineco, la componente commissionale mostra su base annua un progresso del 17,6% a 69,7 milioni, supportata principalmente dalla crescita delle commissioni ricorrenti, a sua volta favorita dall’aumento delle masse, in particolare di quelle gestite. La voce beneficia anche delle maggiori commissioni generate dall’area banking, per effetto dell’introduzione del canone sulle nuove emissioni/riemissioni di carte di credito.
Positivo anche il contributo del margine d’interesse (+7,8% a 67,4 milioni), grazie a un incremento dei volumi e a una maggiore incidenza dell’attività di lending. Il tasso medio relativo all’attivo fruttifero è pari all’1,27 per cento.
In crescita anche i profitti da trading (+2,9% a 11,1 milioni), il cui peso però è meno rilevante rispetto alle due componenti sopra citate.
Tali dinamiche portano il margine di intermediazione a toccare 148,3 milioni (+12,5% rispetto al terzo trimestre 2016).
I costi operativi salgono del 13,9% a 73,3 milioni, principalmente per i contributi di sistema. Nel dettaglio, a fronte di costi per il personale rimasti sostanzialmente stabili a 19,8 milioni, le altre spese amministrative aumentano del 18,9% a 53,5 milioni. Quest’ultima voce include oneri di sistema non ricorrenti per 7,4 milioni relativi al contributo a favore del Fondo Interbancario Tutela Depositi – Schema Volontario per la sottoscrizione dell’aumento di capitale delle banche Carim e Carismi. Inoltre, le altre spese amministrative comprendono il contributo ordinario annuo ai Sistemi di Garanzia dei Depositi, pari a 12,4 milioni (11 milioni nel terzo trimestre 2016). Al netto dei contributi le altre spese amministrative sarebbero state pari a 33,6 milioni.
Le dinamiche sopra esposte si sono riflesse sul risultato netto di gestione, in aumento del 10,2% a 73,5 milioni rispetto al periodo luglio-settembre 2016, dopo aver contabilizzato rettifiche su crediti raddoppiate a 1,5 milioni.
Il periodo si chiude con utile netto di 46,9 milioni, a fronte dei 44,6 milioni del terzo trimestre 2016, dopo aver spesato altri accantonamenti e poste straordinarie per 2,7 milioni, al cui interno si saldano oneri straordinari per 1,4 milioni. Non considerando questi ultimi e i contributi non ricorrenti sopra descritti, la bottom line evidenzierebbe un aumento del 18,1% a 52,7 milioni.