Il Ftse Italia Banche termina invariato e in linea all’analogo europeo (-0,1%), frenando anche il Ftse Mib (-0,2%).
L’indice bancario è stato rallentato anche dal fatto che il capo della Vigilanza europea Danièle Nouy ha ribadito all’Ecofin la sua volontà di procedere con l’introduzione dell’addendum sui nuovi flussi di npl, nonché dall’intervento sulla questione da parte del numero uno della Bce, Mario Draghi, il quale ha sottolineato che le banche europee devono fare ancora più per ridurre l’esposizione nei crediti problematici. Il tutto con l’entrata nel vivo della stagione delle trimestrali.
Acquisti sulla banca guidata da Carlo Messina (+0,3%) grazie ai risultati migliori delle attese realizzati nel periodo luglio settembre, con un utile netto di 650 milioni (560 milioni in consensus).
Arretra Unicredit (-0,4%) che nel frattempo procede nella propria strategia di riduzione delle sofferenze, cedendo un portafoglio da 84 milioni di npl in capo alla sussidiaria bulgara. Sul fronte della governance, nel cda di domani (che approverà i conti definitivi dei primi nove mesi del 2017) potrebbe essere scelto il nome di un candidato alla presidenza.
Termina flat Mps che a mercati chiusi ha divulgato i conti relativi al terzo trimestre, in cui è tornata in utile per 241,9 milioni.
Nel Mid Cap ancora prese di beneficio sia su Popolare Sondrio (-1,4%) sia su Credem (-1%), che nei prossimi giorni diffonderanno i conti riguardanti del terzo trimestre. Denaro su Banca Farmafactoring (+1,5%) dopo aver riportato nei primi nove mesi del 2017 un utile netto reported in crescita del 66,5% annuo a 68,3 milioni.
Tra le Small Cap tonfo di Creval (-13,3%) penalizzate alle indiscrezioni relative al possibile aumento di capitale che potrebbe essere contemplato nel nuovo piano industriale 2018/2020, che è stato presentato ieri dopo la chiusura delle contrattazioni e che prevede un aumento di capitale da 700 milioni, superiore ai 500 milioni ipotizzati dai rumor circolati nella giornata di ieri.