Creval – Le minusvalenze sugli npl dismessi penalizzano i margini nel 3Q 2017

Nel terzo trimestre 2017, il margine di intermediazione di Creval è stato negativo per 69,3 milioni, scontando la decisione della banca di contabilizzare tra i profitti da trading le perdite da cessione di crediti deteriorati per 229 milioni (generate dal portafoglio di npl da 1,4 miliardi il dismesso nel corso del periodo in esame). In riferimento alle altre componenti, la discesa del margine di interesse (-9% a/a a 95,8 milioni) è stata parzialmente compensata dalla crescita delle commissioni nette (+3% a/a a 70,9 milioni). I costi operativi sono rimasti sostanzialmente stabili a 123,2 milioni, mentre la riduzione delle rettifiche su crediti (-93% a 17,1 milioni) è direttamente collegata alla suddetta decisione di inserire le minusvalenze originate dal pacchetto di npl ceduto tra i profitti da trading. Il trimestre chiude con una perdita netta di 207,8 milioni (-155,2 milioni nel terzo trimestre 2016).

Creval archivia il terzo trimestre con un margine di intermediazione negativo per 69,3 milioni, dopo la scelta fatta dalla banca di includere le minusvalenze (pari a 229 milioni) legate al portafoglio da 1,4 miliardi (progetto Elrond), la cui dismissione è stata perfezionata nel corso del periodo in esame.

Per quanto riguarda le altre voci di ricavo, il margine di interesse diminuisce a 95,8 milioni (-8,6% a/a), risentendo della contrazione dei volumi e della compressione degli spread. Andamento opposto, invece, per le commissioni nette, che salgono a 70,9 milioni (+3,3% a/a), grazie alla buona performance di quelle di gestione, intermediazione e consulenza e di  quelle relative alla gestione dei conti correnti, mentre continua la flessione di quelle relative all’area crediti.

I costi operativi si mantengono sostanzialmente stabili a 123,2 milioni. Nel dettaglio, l’aumento delle altre spese amministrative (+9,6% a/a a 55,1 milioni) è stato compensato dalla riduzione delle spese per il personale (-6% a 68,1 milioni), grazie ai risparmi correlati alle uscite volontarie di dipendenti.

Tali dinamiche hanno condotto a un risultato lordo di gestione in rosso per 192,5 milioni, a fronte del risultato positivo di 39,9 milioni del terzo trimestre 2016.

La riduzione delle rettifiche su crediti (-92,3% a 17,1 milioni) si ricollega direttamente alla scelta aziendale di inserire le perdite su crediti originate dal pacchetto di 1,4 miliardi di crediti problematici ceduto nei profitti da trading.

Il risultato netto di gestione risulta così negativo per 209,5 milioni (-197 milioni nello stesso trimestre del 2016), mentre il periodo si chiude con una perdita netta di 207,8 milioni (deficit di 155,2 milioni nel trimestre di confronto).

Sul fronte della solidità patrimoniale il Cet1 è sceso al 9,4% (11,8% a fine 2016), rimanendo comunque sopra il valore minimo fissato (Srep al 7,75%).