Nel periodo luglio-settembre dell’esercizio in corso, i ricavi del gruppo presieduto da Tomaso Tommasi di Vignano sono stati pari a 1,4 miliardi di euro, in aumento del 15,5% rispetto al dato rettificato dello stesso periodo del 2016. Il fatturato di Hera ha beneficiato dell’ingresso nell’area di consolidamento di Aliplast e Gran Sasso (acquisita nell’ottobre del 2016), oltre che dei positivi effetti determinati da maggiori attività di trading, dall’incremento del prezzo della materia prima elettrica, dall’aumento dei volumi di gas venduti e dai maggiori ricavi regolati provenienti dal settore idrico.
Nel 3° trimestre del 2017, l’Ebitda è cresciuto del 21,2% rispetto allo stesso periodo del 2016, raggiungendo quota 218,8 milioni. Per quanto riguarda le singole divisioni, l’Ebitda dell’area gas (13,5% del margine operativo lordo consolidato) è aumentato del 39% su base annua, grazie alla crescita delle attività di trading, ai maggiori volumi di gas venduti (anche grazie all’acquisizione della società abruzzese Gran Sasso) e al maggior perimetro di attività del servizio di default. L’Ebitda dell’area ciclo idrico integrato è rimasto sostanzialmente invariato su base annua (30,6% del margine operativo lordo consolidato), in quanto i maggiori ricavi da somministrazione sono stati compensati dai maggiori costi operativi e dai minori ricavi da allacciamenti. L’Ebitda dell’area ambiente è aumentato del 7,9% su base annua (27,5% del margine operativo lordo consolidato) sulla scia dei maggiori volumi commercializzati nel trattamento dei rifiuti, del trend positivo dei prezzi dei rifiuti speciali e dell’ingresso nel perimetro aziendale di Aliplast. Questi risultati sono maggiormente apprezzabili considerando che scontano un minore contributo degli incentivi sulle rinnovabili e assimilate per circa 2 milioni. L’Ebitda dell’area energia elettrica è lievitato del 78,8% su base annua (25,5% del margine operativo lordo consolidato), grazie ai maggiori margini sulle attività di vendita sul mercato libero e sul mercato della salvaguardia e alle maggiori marginalità nella generazione di energia elettrica.
Nel periodo in esame, la multi-utility bolognese ha poi registrato un Ebit di 95,7 milioni, in progresso del 33,3% su base annua, con la voce ammortamenti e accantonamenti che è aumentata del 13,2% su base annua
Al di sotto della gestione operativa, l’utile pre-imposte di Hera è stato pari a 67,1 milioni, in aumento del 69,4% su base annua anche grazie alla flessione (-11,2% su base annua) del risultato della gestione finanziaria che ha beneficiato della più efficiente struttura del debito. Il conto economico del 3° trimestre del 2017 si è così concluso con utile netto di 41,9 milioni, in progresso del 97,6% su base annua sulla scia anche del taglio del tax rate (33,2% rispetto al 40,4% del 3° trimestre del 2016 rettificato per effetto del taglio di 3,5 punti percentuali dell’aliquota Ires e della ricerca continua di ottimizzazioni fiscali conseguenti all’ampliamento del perimetro del gruppo).
Sul fronte dello Stato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto al 30 settembre è stato pari a 2,61 miliardi, in linea con il dato del 30 giugno 2016. Nel 3° trimestre del 2017, gli investimenti operativi, al lordo dei contributi in conto capitale, sono stati pari a 106,5 milioni, in crescita del 12,9% rispetto all’analogo periodo del 2016.