Il Ftse Italia Banche termina con un leggero ribasso dello 0,3% e in linea all’analogo europeo (-0,2%), trascinando al ribasso anche il Ftse Mib (-0,6%).
L’indice bancario è penalizzato dai timori relativi alla possibile introduzione di manovre aggiuntive da parte della Bce per ridurre l’esposizione negli npl delle banche. Sull’argomento si sono pronunciati il Parlamento Europeo e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, sottolineando che l’organo di vigilanza presieduto da Danièle Nouy sta andando oltre il proprio mandato, dato che non ha potere normativo. Il tutto nella settimana delle trimestrali.
Le vendite colpiscono tutti i titoli del listino principali, in particolare Banco Bpm (-7,5%) e Bper (-4,4%), che nel frattempo ha rinnovato in anticipo la partnership con Unipol nella bancassurance e che a mercati chiusi ha diffuso i conti del terzo trimestre. In controtendenza, invece, Intesa (+0,3%) sostenuta ancora dai buoni risultati trimestrali, e Unicredit (+0,7%) che ieri ha riunito il cda per l’approvazione dei conti definitivi al 30 settembre e ha cooptato Fabrizio Saccomanni, destinato a diventare il prossimo presidente della banca di piazza Gae Aulenti.
Pesante tonfo anche per Mps (-4,8%) fresca di approvazione dei dati contabili relativi al 30 settembre e che ha convocato per il prossimo 18 dicembre l’assemblea dei soci per il rinnovo della governance.
Nel Mid Cap ancora in rosso sia Popolare Sondrio (-1,7%) nel giorno in cui ha rinnovato l’accordo nella bancassurance con Unipol, sia Credem (-1,2%) il cui board oggi approverà i conti del periodo gennaio-settembre 2017.
Tra le Small Cap affonda ancora Creval (-29%) dopo la presentazione del nuovo piano strategico che contempla un aumento di capitale con diritto di opzione fino a un massimo di 700 milioni, un importo superiore alle attese del mercato (500 milioni).