Il board di Bper ha approvato la strategia per ridurre la propria esposizione nei crediti problematici nel triennio 2018/20, per migliorare in modo sostanziale la qualità degli attivi.
L’intervento più rilevante, già annunciato lo scorso agosto, riguarda l’effettuazione di un accantonamento straordinario da 1 miliardo a inizio 2018, in concomitanza con l’introduzione del principio contabile Ifrs9, per aumentare ulteriormente i livelli di copertura. L’operazione riguarderà uno specifico portafoglio, la cui individuazione è in fase di finalizzazione e riguardante specificamente npl destinati alla vendita, con impatti minimi sul conto economico.
In particolare, le linee strategiche prevedono la cessione di un portafoglio di sofferenze da 3 miliardi da portare a termine nella prima parte del triennio, prevalentemente tramite cartolarizzazioni. Altri crediti problematici saranno gestiti internamente e in alcuni casi sottoposti a write-off.
I target che si prevede di raggiungere al 2020 sono i seguenti: riduzione dello stock lordo di npe di circa il 35% rispetto ai livelli attesi a fine 2017, npe ratio lordo e netto rispettivamente del 13,5% e del 6,5%, livello di coverage del 55%, Cet1 superiore al 12% e costo del credito annualizzato inferiore a 60 punti base.
Alessandro Vandelli, Ceo della banca emiliana, nel corso della conference call per la presentazione dei risultati ha precisato che: “Abbiamo spazio per vendere più dei 3 miliardi di crediti deteriorati posti come target nel piano. Siamo assolutamente convinti di non avere bisogno di un aumento di capitale”.
Il titolo non ha fatto prezzo all’inizio delle contrattazioni, mostrando un rialzo teorico del 12 per cento.