Nel terzo trimestre, il gruppo ha realizzato ricavi per 428,8 milioni, in crescita del 10,7% su base annua e in linea alla strategia di rinnovamento del portafoglio prodotti e di investimenti sulla comunicazione e sul potenziamento della rete distributiva. Una strategia che privilegia lo sviluppo dei volumi anche a parziale scapito dei margini, in leggera flessione rispetto al pari periodo 2016. L’utile netto ha comunque segnato un balzo di circa il 48% a 33,4 milioni, beneficiando anche di minori oneri fiscale. Confermata la guidance 2017.
De’Longhi ha archiviato il terzo trimestre con ricavi in aumento del 10,7% a 428,8 milioni (+8,4% a parità di cambi e di perimetro like-for-like), accelerando ulteriormente rispetto alla crescita evidenziata nei primi sei mesi dell’esercizio.
A livello di area geografica, l’Europa ha segnato un +9,1% a 292,1 milioni, trainata soprattutto dal +15,2% a 116,4 milioni del north east Europe, mentre l’area south west Europe ha evidenziato un +5,4% a 175,7 milioni.
L’area APA (Asia/Pacific/Americas) si conferma quella a maggiori potenzialità mostrando un +18,3% a 105,2 milioni, mentre l’area Meia consolida la ripresa registrando un +3,3% a 31,5 milioni seppur penalizzata dall’effetto cambi (+6,7% like-for-like).
Per quanto riguarda le linee di prodotto, da segnalare in particolare il +21,1% delle macchine per il caffè, il buon andamento del marchio Braun e il ritorno alla crescita delle kitchen machine di Kenwood, mentre il segmento comfort ha risentito della stagionalità.
Anche nel terzo trimestre i margini operativi sono rimasti sotto pressione sia sul fronte del costo industriale unitario che sul fronte dei costi di sviluppo di nuovi prodotti e di pubblicità e comunicazione a sostegno delle vendite, comunque in linea alla strategia del gruppo di privilegiare il ritorno alla crescita dei volumi dopo un anno di transizione. Nel periodo hanno pesato, inoltre, circa 1 milione di costo figurativo per il piano di stock option e maggiori ammortamenti per circa 3 milioni.
L’Ebitda adjusted è quindi aumentato del 4,3% a 53,8 milioni, con un’incidenza sul fatturato al 12,5% (-80 basis points), mentre l’Ebit ha segnato una flessione del 6,6% a 35,4 milioni, con un ros all’8,3% (-150 basis points).
Il gruppo ha comunque registrato un incremento del 47,8% a 33,4 milioni dell’utile netto, beneficiando anche di minori oneri fiscali per 8,5 milioni derivanti anche dalla normativa “patent box”.
Dal lato patrimoniale, infine, la posizione finanziaria netta risulta positiva per 75,6 milioni, in diminuzione però di circa 55 milioni rispetto al 30 giugno 2017.