Nel periodo gennaio-settembre del 2017, i ricavi del gruppo che gestisce la rete di trasmissione elettrica in Italia sono stati pari a 1,63 miliardi di euro, in progresso del 4,9% su base annua. A trainare le entrate di Terna nei mesi in esame il corrispettivo regolato relativo all’attività di trasmissione (+3,1% su base annua) e i ricavi delle attività internazionali, balzati a 57,1 milioni dai 2,2 milioni dei primi 9 mesi del 2016.
Nei primi 9 mesi dell’esercizio in corso, l’Ebitda del gruppo guidato da Luigi Ferraris si è attestato a 1,21 miliardi, con un aumento del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2016 per effetto principale dell’incremento dei ricavi delle attività Regolate, in parte compensato da maggiori costi di personale, per incremento delle consistenze per l’insourcing delle attività di O&M precedentemente affidate a RFI che, di contro, comporta una riduzione dei costi delle risorse esterne.
L’Ebit di Terna nel periodo in esame è stato pari a 816,9 milioni, in progresso del 5,7% rispetto ai primi 9 mesi del 2016 anche grazie alla riduzione del 3,2% su base annua della voce ammortamenti e svalutazioni principalmente per i minori ammortamenti dovuti alla rivisitazione della vita utile delle linee elettriche, parzialmente compensati dall’impatto dell’entrata in esercizio di nuovi impianti.
Al di sotto della gestione operativa, gli oneri finanziari netti sono stati pari a 68,3 milioni, in aumento del 13,1% su base annua, principalmente per l’andamento dell’inflazione del periodo. L’aumento della base imponibile non ha impedito alle imposte di diminuire del 2,9% su base annua grazie al taglio del tax rate che nei primi 9 mesi del 2017 è stato pari al 29,6% rispetto al 32% dello stesso periodo del 2016 per effetto della riduzione dell’Ires al 24% dal precedente 27,5 per cento.
Nel periodo gennaio-settembre del 2017, l’utile netto del gruppo guidato da Ferraris è così balzato dell’8,6% su base tendenziale, raggiungendo quota 528,8 milioni.
Sul fronte dello Stato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto al 30 settembre del 2017 è stato pari a 7,36 miliardi, con una riduzione del 7,5% rispetto alla fine del 2016 grazie alla forte generazione di cassa.
Gli investimenti complessivi effettuati da nei primi 9 mesi del 2017, pari a 545 milioni, risultano in linea con la Guidance 2017 del Piano Strategico, rispetto ai 530,2 milioni del corrispondente periodo dell’esercizio precedente. Tra i progetti del periodo si ricordano gli avanzamenti dei cantieri per le interconnessioni elettriche Italia-Montenegro e Italia-Francia, l’entrata in esercizio dell’elettrodotto Capri-Penisola italiana e dell’elettrodotto a 380 kV “Udine Ovest-Redipuglia”, opera fondamentale per garantire la sicurezza delle rete e la copertura del fabbisogno energetico, che risulta più che raddoppiata negli ultimi anni. A settembre è stato avviato l’iter per la realizzazione della variante dell’elettrodotto a 132 kV “Ca’ Poia-Redipuglia”, che permetterà di dismettere 4 km di vecchie linee aeree, abbattendo 15 tralicci prossimi alle abitazioni.
Il Consiglio di amministrazione del gruppo quotato ha anche deliberato la distribuzione di un acconto sul dividendo ordinario dell’esercizio 2017 pari a 7,4263 centesimi di euro per azione, che in attuazione degli indirizzi del Piano Strategico 2017/2021 conferma la crescita del 3% annuo fino al 2021, allineata alla prevista evoluzione degli utili e dei principali parametri patrimoniali. L’acconto sul dividendo, al lordo delle eventuali ritenute di legge, verrà posto in pagamento dal prossimo 22 novembre, previo stacco in data 20 novembre.
Nel corso della presentazione dei risultati agli analisti il management di Terna ha dichiarato che vede spazio per rivedere al rialzo l’attuale politica di remunerazione degli azionisti rispetto a quanto indicato nell’ultimo business plan.