Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco Bpm, non gira intorno al problema degli npl e annuncia, nel corso della conference call, che il programma concordato con la Bce in sede di fusione verrà completato per giugno 2018, con sei mesi di anticipo sui piani. Ma l’azione non si fermerà lì. A fine anno, il manager farà il punto sulla situazione patrimoniale e vedrà quante riserve ci saranno per avviare una nuova incisiva fase di de-risking.
Degli 8 miliardi di cessioni di npl concordati con Francoforte, 2,5 miliardi sono già stati realizzati. Altri due miliardi saranno conclusi entro fine anno. Mentre i restanti 3,5 miliardi saranno dismessi entro metà 2018, buona parte tramite una cartolarizzazione assistita dalla garanzia pubblica.
Ma l’andamento dei flussi e la gestione interna stanno dando ottimi risultati per cui, senza fare altre azioni, la proiezione del rapporto crediti deteriorati su totale crediti si fissa già così nel 2019 al 16,1%, anziché al 17,9 per cento. Un risultato migliore delle aspettative, sul quale però Castagna non vuole sedersi. Non appena a fine anno sarà chiaro di quante riserve disporrà la banca sulla base del Cet1, sarà predisposto un nuovo piano.
“Non è per via delle richieste della Bce che siamo qui a dirvi che faremo meglio del piano”, spiega l’Ad della banca, “ma in primo luogo riteniamo importante aggiornare il mercato sul fatto che il piano sta dando risultati superiori alle attese, per cui alla fine i risultati saranno migliori del previsto. E secondo perché il mercato mostra una tale sensibilità alla questione degli npl che preferiamo togliere confusione e incertezza indicando, non appena possibile, un nuovo target di riduzione”.