Ubi – Margine di intermediazione a 859,3 mln nel 3Q 2017

I risultati del terzo trimestre 2017 di Ubi, comunicati stamane, includono anche i dati relativi alle tre Good Bank acquisite lo scorso maggio, i cui effetti contabili sono stati imputati a partire dal secondo trimestre di quest’anno. I conti del trimestre in esame non sono pertanto direttamente confrontabili con il pari periodo del 2016, dove figurava la sola Ubi stand alone.

I conti di Ubi riferiti al periodo luglio-settembre incorporano anche quelli relativi alle tre Good Bank (Carichieti, Banca Etruria e Banca Marche) acquisite lo scorso maggio, ma consolidate dalla capogruppo a partire dal secondo trimestre 2017. I numeri del terzo trimestre 2016 includono la sola Ubi, per cui non è possibile fare un confronto tra i due periodi in quanto le basi non sono omogenee.

Si segnala che nel periodo la banca lombarda ha accelerato l’integrazione dei neoacquisiti istituti, il cui completamento è previsto entro i primi mesi del 2018. Sulle tre banche è intervenuto anche Victor Massiah, Ceo di Ubi, sottolineando che: “Le tre banche acquisite stanno raggiungendo molto più velocemente di quanto atteso il punto di break even. Carichieti è già praticamente a break even, le altre due (Banca Marche e Banca Etruria) lo saranno nel corso del 2018”.

Tornando ai risultati, il margine d’intermediazione consolidato si è attestato a 859,3 milioni.

Il margine di interesse si è fissato a 405,4 milioni, di cui 344,7 milioni riferiti al perimetro Ubi stand alone e 57,8 milioni alle tre banche acquisite, registrando una riduzione del costo della raccolta che ha influito su tassi e volumi.

Le commissioni nette, invece, sono risultate pari a 389,8 milioni, di cui 342 milioni in capo alla sola Ubi (trainate soprattutto dalla quelle di gestione, intermediazione e consulenza) e 48 milioni generate dalle tre Good Bank, queste ultime realizzate prevalentemente nel comparto dell’operatività più tradizionale, anche se si segnala una buona crescita dei ricavi rivenienti dal collocamento titoli e dalla distribuzione di prodotti.

Positivo anche l’apporto dei profitti da trading e degli altri ricavi, per complessivi 64,1 milioni.

Gli oneri operativi si sono fissati a 631,3 milioni, di cui 500,6 milioni derivanti da Ubi e 135,8 dalle banche acquisite. La voce include anche oneri di sistema per 25,2 milioni.

Le rettifiche su crediti hanno assorbito 135,1 milioni, costituite per 167 milioni da quelle di Ubi stand alone, mentre le tre banche neoacquisite hanno apportato utilizzi per 31,9 milioni, portando il risultato netto di gestione a 94,9 milioni.

Le poste straordinarie sono risultate negative per 36,2 milioni, includendo oneri non ricorrenti per 32,4 milioni riferiti a impegni verso il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.

Il periodo si chiude con un utile netto di 6,2 milioni, dopo la contabilizzazione di oneri relativi al progetto ‘Banca Unica’ per 1,3 milioni e all’acquisizione delle Good Bank per 10 milioni.

In termini patrimoniali, a fine settembre il Cet1 fully loaded è pari all’11,54%, mentre il Cet1 ratio phased in si attesta all’11,65 per cento.