Il Cda ha approvato i risultati al 30 settembre 2017, che recepiscono gli effetti della variazione di perimetro di consolidamento a seguito dell’aggregazione tra la Centrale del Latte di Torino e la Centrale del Latte di Firenze.
Nei primi nove mesi del 2017 il gruppo realizza un giro d’affari pari a 136 milioni, in crescita dell’89,4%; a parità di perimetro il progresso si riduce al 6 per cento.
L’andamento positivo del fatturato si riflette sui margini operativi, con l’Ebitda che aumenta da 1,9 milioni a circa 5 milioni e l’Ebit che passa da un deficit di 747 mila euro a un valore positivo di 146 mila euro, nonostante ammortamenti quasi raddoppiati a 4,7 milioni.
Il periodo in esame si chiude con una perdita netta di 417 mila euro, a fronte di utile di 12,3 milioni dei primi nove mesi del 2016 che beneficiavano della contabilizzazione di proventi per 13,4 milioni derivanti da suddetta fusione.
Dal lato patrimoniale l’indebitamento finanziario netto si attesta a 62,8 milioni in aumento di 2,6 milioni rispetto all’ammontare di fine 2016.
Grazie alle ulteriori iniziative commerciali a presidio del posizionamento premium dei marchi del gruppo sul mercato, il continuo controllo dei costi e il miglioramento in
corso dell’economia italiana con la ripresa dei consumi alimentari, il management si attende un proseguimento nel quarto trimestre del trend registrato nel corso del terzo trimestre 2017.