Il Ftse Italia Banche termina l’ottava con un lieve progresso dello 0,3% e in controtendenza rispetto all’analogo europeo (-1,2%), non impedendo però al Ftse Mib (-2%) di chiudere in rosso.
L’indice bancario, tuttavia, è stato in parte frenato ancora una volta dai possibili timori generati dall’introduzione dell’addendum sui nuovi flussi di crediti deteriorati proposto dal capo della vigilanza della Bce Danièle Nouy. Sulla questione, l’esponente di Francoforte ha trovato l’opposizione sia del Parlamento Europeo sia del ministro italiano dell’Economia Pier Carlo Padoan, secondo i quali la Vigilanza europea sta andando oltre il suo mandato. In seguito a ciò, la stessa Nouy ha paventato l’eventualità di uno slittamento nell’implementazione. Il tutto in piena stagione di trimestrali.
Nel listino principale bene Unicredit (+3,2%) sostenuta dalla conferma dei buoni risultati riportati nel terzo trimestre, nonché dalle parole dell’Ad Jean Pierre Mustier, che ha sottolineato il pagamento cash della cedola per l’anno in corso e il limitato impatto sulla banca dell’addendum proposto dalla Bce sugli npl. Su questo fronte, prosegue la riduzione nell’esposizione con la cessione di altri 84 milioni. In riferimento alla governance, è stato cooptato in cda Fabrizio Saccomanni, destinato a diventare il prossimo presidente.
Tiene Bper (+0,4%) grazie soprattutto agli enormi progressi realizzati nel terzo trimestre nel miglioramento della qualità dell’attivo, nonché dall’imminente implementazione di un piano volto a ridurre del 35% lo stock di npe entro il 2020 e dopo avere rinnovato in anticipo la partnership con Unipol nella bancassurance. Perdite contenute per Intesa (-0,7%) e per Ubi (-1,2%) dopo avere realizzato conti trimestrali migliori del consensus.
I timori innescati dall’addendum impattano in particolare su Banco Bpm (-9,2%), nonostante la banca si stia avviando a ridurre la propria esposizione nei crediti problematici con largo anticipo rispetto a quanto concordato con la Bce. Il tutto dopo avere diffuso conti trimestrali migliori delle attese e avere perfezionato l’intesa nella bancassurance con Cattolica e la cessione di Aletti Gestielle ad Anima e avere riportato nel terzo trimestre numeri migliori delle attese.
Pesante tonfo anche per Mps (-10,4%) anche se la banca nel terzo trimestre 2017 è tornata in utile. Sul fronte della governance, a dicembre si terrà l’assemblea per definire il nuovo cda, con lo Stato in qualità di maggiore azionista.
Nel Mid Cap lettera su Popolare Sondrio (-2,9%) con il mercato rimasto indifferente alla buona trimestrale riportata e al rinnovo dell’accordo nella bancassurance con Unipol. Arretra anche Credem (-3,2%), nonostante l’ottimo terzo trimestre evidenziato.
Tra le Small Cap al tappeto Creval (-46,5%) dopo avere annunciato un aumento di capitale da 700 milioni superiore alle attese del mercato (circa 500 milioni) e avere annunciato un ambizioso piano di riduzione nell’esposizione sui crediti deteriorati.