Credem, nel terzo trimestre 2017, ha registrato un margine di intermediazione di 257,7 milioni (+3,5% a/a), grazie alla buona performance sia del margine di interesse (+5,2% a/a a 131,3 milioni), ma soprattutto delle commissioni nette (+19% a 120,6 milioni). Significativa la riduzione delle rettifiche su crediti (-37,5% a/a a 9,7 milioni), con relativo impatto positivo sull’utile netto (+38% a/a a 45,2 milioni).
Nel periodo luglio-settembre 2017, Credem ha riportato un margine di intermediazione pari a 257,7 milioni (+3,5% a/a).
L’andamento ha beneficiato del contributo positivo del margine di interesse (+5,2% a 131,3 milioni) grazie all’aumento degli impieghi alla clientela.
Ancora più rilevante l’apporto della componente commissionale (+19% a 120,6 milioni) per merito della buona performance delle commissioni da gestione e di intermediazione, a fronte del calo di quelle da servizi bancari.
I costi operativi, invece, hanno mostrato un lieve aumento a 182,2 milioni (+4% a/a), in seguito al flusso di investimenti indirizzato al rafforzamento della rete commerciale e all’adeguamento alle evoluzioni normative. In crescita sia le spese per il personale (+2,5% a/a a 118,1 milioni) sia le altre spese amministrative (+7,1% a 64,2 milioni).
Suddette dinamiche hanno portato il risultato lordo di gestione a 75,5 milioni (+2,1% a/a).
Marcata discesa per le rettifiche su crediti (-37,5% a 9,7 milioni) la quale ha impattato positivamente sia sul risultato netto di gestione (+13,8% a/a a 66,5 milioni) e, in misura più amplificata, sull’utile netto (+38% a/a a 45,2 milioni), dopo avere spesato imposte in crescita a 19,6 milioni (+31,9% a/a).
Sul fronte della solidità patrimoniale, il Cet1 si attesta al 13,37% il doppio del livello minimo pari a 6,75% fissato dalla Bce per l’istituto emiliano.