Nei primi nove mesi del 2017 il gruppo La Doria, attivo nel settore conserviero, realizza un fatturato pari a 505,6 milioni, in progresso del 2,8% a/a.
Per contro diminuiscono sia l’Ebitda (-5,5% a 42,4 milioni), per effetto di una maggiore incidenza dei costi sui ricavi, sia l’Ebit (-6,5% a 30,5 milioni), nonostante ammortamenti, svalutazioni e accantonamenti diminuiti del 3,1 per cento.
L’utile ante imposte si attesta a 29,1 milioni, in calo del 17,8% rispetto ai 35,4 milioni dei primi nove mesi del 2016 che beneficiavano in particolare di differenze cambio positive per 4,6 milioni.
Tutto ciò si riflette a livello di utile netto, che diminuisce del 19,2% a 21 milioni.
Dal lato patrimoniale l’indebitamento finanziario netto si fissa a 68,7 milioni, in miglioramento di 36,1 milioni rispetto a fine 2016.
Alla luce dei risultati consolidati del primi nove mesi, il management prevede un andamento del fatturato migliore delle previsioni che indicavano una flessione rispetto al 2016, grazie alle attese di crescita dei volumi di vendita. Sul fronte della marginalità si attende un lieve calo rispetto all’esercizio precedente, ma in misura più contenuta rispetto a quanto previsto dal piano.
Continuerà a impattare sull’esercizio in corso la dinamica sfavorevole del cambio euro-sterlina sulla controllata inglese LDH (La Doria Ltd).
Si segnala che, con la campagna estiva di trasformazione del pomodoro 2017, le condizioni del mercato delle “conserve rosse” sono migliorate, grazie al riequilibrio dal lato della domanda rispetto all’offerta, che ha generato un incremento dei prezzi di vendita dei prodotti finiti. Ciò si dovrebbe tradurre in un aumento della marginalità a partire dagli ultimi mesi dell’anno in corso e in misura maggiore nel 2018, esercizio in cui la produzione del “rosso” genererà maggiori ricavi.
Attesi segnali positivi, grazie al buon andamento dei raccolti, anche per i legumi conservati particolarmente penalizzati nel 2017 dalla già citata dinamica deflattiva in termini di prezzi di vendita e inflattiva dal lato dei costi di acquisto della materia prima. Segnali che produrranno i loro effetti a partire dall’ultima parte del quarto trimestre e pienamente nel prossimo anno.