La Doria – Sconta un effetto cambi sfavorevole nel 3Q 2017

Nel terzo trimestre 2017 il gruppo La Doria, attivo nel settore conserviero, riporta ricavi aumentati del 4,9% a 164,7 milioni.

L’Ebitda rimane sostanzialmente invariato a 18 milioni, mentre l’Ebit si riduce dell’1,9% a 13,7 milioni, scontando ammortamenti, svalutazioni e accantonamenti saliti del 4 per cento.

L’utile ante imposte diminuisce del 20,4% a 12,2 milioni, sopratutto in presenza di oneri su cambi pari a 1,2 milioni, a fronte di differenze cambio positive per 1,9 milioni contabilizzate nella gestione di confronto.

Tutto ciò si riflette a livello di utile netto, che diminuisce del 23,8% a 8,7 milioni.

Dal lato patrimoniale l’indebitamento finanziario netto si attesta a 68,7 milioni, in calo di 5 milioni rispetto a fine giugno 2017.

Alla luce dei risultati consolidati del primi nove mesi, il management prevede un andamento del fatturato migliore delle previsioni che indicavano una flessione rispetto al 2016, grazie alle attese di crescita dei volumi di vendita. Sul fronte della marginalità  si attende un lieve calo rispetto all’esercizio precedente, ma in misura più contenuta rispetto a quanto previsto dal piano.

Continuerà a impattare sull’esercizio in corso la dinamica sfavorevole del cambio euro-sterlina sulla controllata inglese LDH (La Doria Ltd).

Si segnala che, con la campagna estiva di trasformazione del pomodoro 2017, le condizioni del mercato delle “conserve rosse” sono migliorate, grazie al riequilibrio dal lato della domanda rispetto all’offerta, che ha generato un incremento dei prezzi di vendita dei prodotti finiti. Ciò si dovrebbe tradurre in un aumento della marginalità a partire dagli ultimi mesi dell’anno in corso e in misura maggiore nel 2018, esercizio in cui la produzione del “rosso” genererà maggiori ricavi.

Attesi segnali positivi, grazie al buon andamento dei raccolti, anche per i legumi conservati particolarmente penalizzati nel 2017 dalla già citata dinamica deflattiva in termini di prezzi di vendita e inflattiva dal lato dei costi di acquisto della materia prima. Segnali che produrranno i loro effetti a partire dall’ultima parte del quarto trimestre e pienamente nel prossimo anno.