Mondadori chiude i primi nove mesi del 2017 con ricavi consolidati pari a 924,7 milioni, in calo dell’1,1% rispetto al 2016. Un andamento principalmente riconducibile alla performance delle aree periodici (in Italia -7,9% a 216,2 milioni, in Francia -8% a 220,1 milioni), oltre alle scelte aziendali mirate alla riduzione dei ricavi del prodotto consumer electronics nell’area retail.
Nel dettaglio si segnala che il giro d’affari dell’area periodici Italia ha scontato una diminuzione dei ricavi diffusionali (-5,1%), dei prodotti collaterali (-29,4%) e dell’attività di distribuzione verso terzi (-2,1%), non compensata dalla crescita dei ricavi pubblicitari (+1,4%). In quest’area Mondadori si conferma leader, con una quota di mercato in aumento al 31,8 per cento.
Le vendite dell’area libri sono aumentate dell’8,4% a 385,3 milioni grazie ai settori Trade ed Educational che sono cresciuti rispettivamente del 4,2% e dell’8,1 per cento. Mondadori ha confermato la propria leadership sia nel mercato dei libri trade, con quota di mercato del 28,4%, sia dei libri scolastici, con quota di mercato del 24 per cento.
Si sottolinea che le dinamiche del periodo hanno beneficiato del diverso perimetro di consolidamento, in quanto include Rizzoli Libri dal secondo trimestre del 2016.
Le vendite retail si sono attestate a 132,6 milioni, in calo dell’1,8% rispetto all’anno precedente.
L’Ebitda adjusted, includendo i risultati di Rizzoli Libri dal 1° gennaio, risulta pari a 75,2 milioni, con una diminuzione dell’1,2% per effetto del contributo negativo del primo trimestre, riconducibile alla stagionalità del business Education (-7,5 milioni).
A parità di consolidamento di Rizzoli Libri, invece, l’Ebitda adjusted cresce dell’8,6% a 82,7 milioni.
L’Ebit adjusted scende del 5,2% a 51 milioni, in presenza di ammortamenti aumentati dell’8,5% a 24,2 milioni.
L’utile netto del gruppo si fissa a 31,2 milioni, in crescita del 74,3% rispetto al 2016, beneficiando della diminuzione degli oneri finanziari netti, di proventi straordinari per 4,1 milioni (contro oneri netti per 5,9 nel 2016) e di un minor peso fiscale di circa 20 punti percentuali.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto si fissa a 256 milioni rispetto ai 263,6 di dicembre 2016, riducendosi di 7,6 milioni.