Il gruppo ha archiviato il periodo gennaio-settembre con ricavi in aumento del 9% a 953,6 milioni e un Ebitda adjusted in aumento del 21% a 125,4 milioni, portando la marginalità al 13,2% (+130 punti base). La positiva evoluzione del portafoglio ordini e degli ordinativi consentono, inoltre, di prevedere un 2017 in ulteriore crescita, con ricavi stimati oltre 1,4 miliardi e un Ebitda di circa 210 milioni, sostanzialmente in linea al consensus.
Ima ha chiuso i primi nove mesi 2017 con ricavi in crescita del 9% a 953,6 milioni, cui è corrisposto un significativo incremento dei margini operativi.
L’Ebitda adjusted, infatti, è aumentato del 21% a 125,4 milioni, con un’incidenza sul fatturato al 13,2% (+130 basis points), mentre l’Ebit ha segnato un +21,6% a 87,3 milioni, con un ros al 9,2% (+100 basis points).
L’utile ante imposte, invece, ha evidenziato un calo del 7,5% a 77,2 milioni. Da sottolineare, però, che il risultato al 30 settembre 2016 aveva beneficato di un provento finanziario derivante dall’esercizio anticipato dell’opzione Put & Call relativa al residuo 20% del business Dairy & Food, al netto del quale l’utile ante imposte risulterebbe in crescita di oltre 12 milioni.
Il portafoglio ordini ha raggiunto i 923,3 milioni (+5,3% su base annua) grazie alla finalizzazione di numerose trattative nelle varie linee di business del gruppo. Nei primi nove mesi 2017, gli ordini acquisiti sono cresciuti del 7% a 1.106,4 milioni.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto risulta pari a 292,4 milioni, rispetto ai 237,3 milioni al 30 settembre 2016.
Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, l’evoluzione del portafoglio ordini e il buon andamento degli ordinativi, confermato anche a ottobre, consentono di prevedere un esercizio in ulteriore crescita rispetto al 2016. Per l’intero anno, Ima stima ricavi oltre 1,4 miliardi e un Ebitda intorno ai 210 milioni.