Il gruppo guidato da Massimiliano Bianco ha registrato nel periodo gennaio-settembre dell’anno in corso un fatturato di 2,61 miliardi di euro, in aumento del 17,3% su base annua grazie soprattutto al forte aumento dei volumi e dei prezzi delle commodity.
Nei primi 9 mesi del 2017, l’Ebitda di Iren è cresciuto dell’11,3% su base annua, raggiungendo quota 622,2 milioni, per il maggior contributo delle attività non regolate e di quelle regolate. In relazione alle prime, la filiera energetica ha registrato un incremento del margine operativo lordo di circa 24 milioni grazie alla flessibilità impiantistica e alla capacità d’implementare un’efficace politica di hedging che ha consentito di cogliere le importanti opportunità offerte dallo scenario energetico. I clienti finali nella divisione Mercato sono cresciuti di circa 120.000 unità rispetto ad un anno fa, e di 200.000 al 2015, attestandosi a circa 1,7 milioni grazie anche all’entrata nell’area di consolidamento, a partire da maggio 2017, della società Salerno Energia Vendite. Sul fronte dei business a rete, la significativa crescita è attribuibile alle sinergie conseguite nel periodo e all’aumento dei ricavi regolati. Ugualmente importante è la contribuzione del settore Ambiente, grazie a una migliore saturazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti che ha reso possibile un maggiore recupero energetico.
L’Ebit del gruppo controllato congiuntamente dal Comune di Torino e da quello di Genova si è attestato a 340,6 milioni, in crescita del 21,4% rispetto ai primi 9 mesi del 2016. Le ottime performance operative realizzate hanno più che controbilanciato i maggiori ammortamenti connessi all’ampliamento, a partire da maggio 2016, del perimetro di consolidamento dovuto ad Atena e alle concessioni residue di Società Acque Potabili, quest’ultime acquisite a inizio 2017.
Il conto economico di Iren dei primi 9 mesi del 2017 si è concluso con un utile netto di 179,5 milioni, con un balzo del 42,3% rispetto allo stesso periodo del 2016 anche grazie al taglio degli oneri finanziari netti (-23,8% su base annua) e alla riduzione del tax rate (31,5% rispetto al precedente 35,4% per effetto del taglio dell’Ires al 24% dal precedente 27,5 per cento).
Sul fronte dello Stato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2017 è stato pari a 2,38 miliardi di euro, in flessione del 3,2% rispetto alla fine del 2016 sulla scia della robusta generazione di cassa che ha coperto agevolmente gli investimenti del periodo e il pagamento dei dividendi relativi all’anno 2016, pari 89 milioni.
Nel periodo in esame, gli investimenti tecnici lordi hanno raggiunto quota 200,2 milioni, con un balzo del 28% rispetto allo stesso periodo del 2016.